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Terremoto in casa Sunderland: Keane lascia la panchina

04/12/2008

Siamo solo ad inizio di Dicembre eppure anche in Premier League sono saltate ben cinque panchina, ovvero il 20% delle squadre della massima divisione inglese hanno cambiato manager. Considerando anche i vari casi, con un paio di manager che hanno lasciato per incompatibilità con le volontà della dirigenza (Keegan e il Newcastle, Curbishley e il West Ham) e la panchina del Portsmouth che ha cambiato proprietario per il “trasferimento” di Harry Redknapp al Tottenham, è comunque un numero troppo elevato in un calcio famoso soprattutto per la continuità che viene concessa ai vari manager, segno che purtroppo la europeizzazione del calcio inglese sta prendendo piede almeno in questo fattore.

L’ultima panchina a saltare è quella del Sunderland, dove Roy Keane ha definitivamente rotto con la dirigenza dopo che invece negli ultimi mesi era iniziata la trattativa per il rinnovo contrattuale. A provocare la rottura è stato sì qualche disaccordo sul fronte di questa trattativa, ma soprattutto i pessimi risultati recenti della squadra, che ha perso cinque delle ultime sei partite, precipitando all’interno della zona retrocessione in una stagione che invece avrebbe dovuto vedere i Black Cats stabilizzarsi in zone tranquille di classifica, almeno secondo i progetti dello stesso Keane e dello chairman Niall Quinn (da calciatori centravanti dell’Irlanda e dello stesso Sunderland) che infatti avevano investito sul mercato ben 30 milioni di pounds per acquistare i vari Djibril Cissè, Pascal Chimbonda, Anton Ferdinand, El-Hadji Diouf e George McCartney: di questi, Cissè è stato l’unico a mantenere in qualche modo le attese mettendo a segno qualche gol importante mentre McCartney ha l’attenuante dell’infortunio che lo sta tenendo fuori, mentre tutti gli altri hanno fallito malamente, chi per ragione caratteriale (Chimbonda), chi dopo prestazioni allucinanti (Ferdinand), chi per quella mancanza di concretezza che ormai in Inghilterra s’è imparato a conoscere (Diouf).

A far cornice a tutto ciò c’era il gioco della squadra che non ha mai decollato, soprattutto a causa di un centrocampo privo di qualità, dove soprattutto Kieran Richardson sembra afflitto dalla sindrome di Peter Pan e non riesce proprio a maturare mentalmente, risultando importante solo in qualche sporadica occasione, per un Sunderland che spesso ha dimostrato di non sapere proprio cosa fare con il pallone tra i piedi. Oltretutto, le ultime sconfitte (ed in particolare il pesante 1-4 interno subito addirittura dal Bolton) sono arrivate a causa di errori sconcertanti dei vari giocatori, tanto che lo stesso pubblico dello Stadium Of Light aveva cominciato a beccare (e fischiare) vari elementi, tra cui anche il capitano Dean Whitehead, discreto gregario ma non certo giocatore dalla qualità necessaria per fare il regista in Premier League. Proprio la sconfitta interna contro il Bolton ha reso evidente che per ottenere una salvezza più tranquilla c’era da cambiare qualcosa per dare anche una scossa ad un ambiente in piena difficoltà e allora adesso arriva la notizia dell’addio di Roy Keane, che arriva proprio a due giorni di distanza dal suo ritorno ad Old Trafford da avversario, visto che sabato prossimo il Sunderland andrà a far visita al Manchester United, match già difficilissimo di suo che adesso appare impossibile se, come molto probabile a questo punto, i Black Cats dovranno presentarsi senza manager alla guida della squadra.

Keane arrivò al Sunderland nell’Agosto del 2006, dove si ritrovò una squadra appena retrocessa dalla Premier League dopo una stagione disastrosa (dove rischiò di non vincere nessuna partita interna di campionato) e che era partita malissimo anche in Championship, tanto che dopo le prime giornate era in zona retrocessione: l’irlandese riuscì a ricostruire i cocci di questa squadra e portarla addirittura alla vittoria in campionato, per poi salvarsi abbastanza tranquillamente la scorsa stagione. Quest’anno però allo Stadium Of Light si aspettavano un piccolo salto di qualità che non è certo arrivata, tanto da scatenare già nei primi mesi le ire del pubblico, che aveva contestato Roy Keane anche durante il match interno contro il Northampton valido per il terzo turno di Carling Cup, dove i Black Cats giocarono molto male, recuperando lo 0-2 soltanto nei minuti finali grazie ad Anthony Stokes e vincendo poi ai rigori: nonostante il passaggio del turno, lì cominciò davvero a crearsi la frattura, anche perché Keane (come suo solito) non soppesò certo le parole per rispondere a questa parte di tifosi, appellandoli come “cretini”.

Adesso però l’irlandese ha dovuto fare le valigie dopo aver dato le dimissioni e per la sua successione si fanno molti nomi, un po’ i soliti fatti in questi ultimi mesi per ogni cambio di manager: il favorito sembra essere Sam Allardyce, che in carriera ha indossato la maglia del Sunderland per una stagione ma che ha un “neo”, quello di esser stato il manager del Newcastle nella prima metà della scorsa stagione, non certo una squadra ben vista dalla tifoseria dei Black Cats, che però potrebbe sopportare questo neo ripensando a tutti i danni che Big Sam fece nei Magpies. Un altro nome abbastanza sorprendente che sta prendendo molto quota è quello di Gordon Strachan, manager del Celtic con cui sta vincendo tantissimo ma con cui ha fallito terribilmente in questa Champions League, mancando persino il ripescaggio in Coppa Uefa in favore dell’Aalborg: il 51enne potrebbe anche pensare a cambiare aria e tornare in Inghilterra, dove giocò nella seconda parte della propria carriera da calciatore per poi iniziare quella da manager al Coventry e al Southampton. Alle spalle anche i nomi di Alan Curbishley, che al Sunderland ritroverebbe Anton Ferdinand e George McCartney, i cui addii crearono la sua frattura con il West Ham, e anche quello di David O’Leary, che dalla sua ha il vantaggio di essere irlandese (come i proprietari e buona parte della rosa) e che è libero ormai dal 2006, quando chiuse una non esaltante esperienza all’Aston Villa, dopo invece aver fatto molto bene al Leeds, raggiungendo addirittura le semifinali di Champions League.

Nel frattempo però ci sarà da preparare la difficile trasferta contro il Manchester United e come manager ad interim dovrebbe essere promosso Ricky Sbragia, che era l’assistente di Keane e che a sua volta dovrebbe esser assistito dal tecnico della squadra riserve Neil Bailey e da Dwight Yorke, che è ancora in attività come calciatore.

A cura di:
Silvio DiFede

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Classifica

Squadra
Giocate
Punti
1
Manchester United
21
47
2
Liverpool
21
46
3
Chelsea
22
45
4
Aston Villa
22
44
5
Arsenal
22
41
6
Everton
21
35
7
Wigan Athletic
22
31
8
Hull City
22
27
9
Fulham
19
26
10
West Ham United
21
26
11
Manchester City
21
25
12
Bolton Wanderers
22
23
13
Newcastle United
22
23
14
Sunderland
22
23
15
Portsmouth
20
23
16
Blackburn Rovers
21
21
17
Middlesbrough
22
21
18
Stoke City
22
21
19
West Bromwich Albion
22
21
20
Tottenham Hotspur
21
20

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Partita
Risultato
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