Il match clou della giornata si disputa al Villa Park, dove si affrontano probabilmente le due squadre che giocano il miglior calcio nell’attuale Premier League, considerando anche tutti gli alti e bassi dell’Arsenal. L’Aston Villa vuole ribaltare la tradizione recente che ha visto il Manchester United battere i Villans in tutte le ultime 11 sfide di campionato, dall’1-1 del 26 Ottobre del 2002, quando ad Old Trafford la rete iniziale di Olof Mellberg fu pareggiata dall’uruguaiano Forlan: sono pochi i protagonisti di quella partita a militare ancora nelle due squadre, ovvero Gary Neville, Scholes e Ferdinand nel Manchester United e il solo Barry nell’Aston Villa, quasi a testimoniare un’altra era calcistica. Ancora più datata è l’ultima vittoria dei Villans contro i Red Devils, risalente addirittura al 19 Agosto del 1995, quando i claret & blue riuscirono a vincere per 3-1 nella prima giornata di quel campionato. Il compito di Martin O’Neill è quindi quello di cambiare la storia recente, dato che pure l’anno scorso la squadra di Ferguson riuscì ad ottenere due goleade contro i Villans nei due match di campionato, diventando di fatto l’unica grande a non riscontrare difficoltà nell’affrontare l’Aston Villa nel corso della scorsa stagione. E’ anche un momento chiave per il Manchester United, che non può permettersi di perdere altro terreno da Chelsea e Liverpool ma che affronta in successione due partite intricate, visto che dopo il match del Villa Park ci sarà da far visita ai cugini del Manchester City, ma è anche un Manchester United che deve affrontare qualche infortunio di troppo, l’ultimo dei quali quello agli adduttori subito da Dimitar Berbatov mentre giocava con la maglia della Bulgaria, un problema che costringerà l’ex Tottenham a saltare la trasferta di Birmingham, lasciando un po’ a pezzi un attacco che deve fare i conti anche con il dubbio di Wayne Rooney, che probabilmente scenderà comunque in campo nonostante un acciacco. Altro acciaccato che dovrebbe essere rischiato è Rio Ferdinand, di cui Ferguson ha bisogno per puntellare una difesa che dovrà fare a meno di Wes Brown per almeno un mese. Assenze importanti anche a centrocampo, dove sembra difficile il rientro di Darren Fletcher, con Giggs che probabilmente verrà schierato come interno di centrocampo, mentre Cristiano Ronaldo è reduce dalla brutta trasferta in Brasile per giocare con la maglia della sua Nazionale, brutta perché il Portogallo ha subito una scoppola memorabile, un 6-2 che mette già a repentaglio la panchina di Queiroz (tra l’altro ex vice di Ferguson), ma soprattutto perché il fuoriclasse del Manchester United s’è prodotto in diversi atteggiamenti piuttosto antipatici, tanto che il difensore brasiliano Thiago Silva ha pure dichiarato che il portoghese ha provato deliberatamente a rompergli una gamba con un intervento scriteriato. Non hanno questi problemi i reduci dalle Nazionali dell’Aston Villa, con anzi Agbonlahor che ha avuto modo di esordire con la maglia dell’Inghilterra, giocando pure in modo discreto. O’Neill non ha particolari problemi di formazione, perché solo Bouma è out per infortunio e così potrà avere ampia scelta di formazione, anche se tutto lascia pensare che il manager nordirlandese voglia confermare l’undici che tanto bene ha fatto all’Emirates Stadium, conquistando una vittoria eccellente contro l’Arsenal, lasciando quindi il recuperato Carew in panchina. O’Neill ha deciso inoltre di lasciar partire in prestito un giocatore che non ha trovato alcuno spazio al Villa Park come Routhledge, approdato al Cardiff City per due mesi.
Aston Villa (4-5-1): Friedel; Cuellar, Davies, Laursen, Luke Young; Milner, Sidwell, Petrov, Barry, Ashley Young; Agbonlahor
Manchester United (4-4-2): Van der Sar; Rafael Da Silva, Ferdinand, Vidic, Evra; Cristiano Ronaldo, Carrick, Giggs, Park Ji-Sung; Rooney, Tevez