
I BELIEVE!
Cosi è cominciata e cosi spero che finisca. Martedì 29 aprile 2008 è una data che scrive un altro tassello di storia United. La vittoria sofferta contro il Barcellona è l'emblema del carattere, della forza, della caparbietà e della sete di vittoria di questo Club che mai come quest'anno vuole vincere la Champions League. L'anno dei 50 anni trascorsi dalla Tragedia di Monaco! La storia si sa a volte si ripete e non è un caso che la stagione dello United ricalchi in un modo quasi mistico quel lontano 68'. Il
68'... l'anno in cui la leggenda dello United e della sua Fenice si formarono di fronte agli occhi di un mondo ancora commosso per la dipartita dei Busby Babes. Una squadra, quella, capace di risorgere dalle ceneri e di riuscire a vincere la Coppa non per se stessi ma per "loro" che da lassu hanno e continuano a farlo, guidato lo United in tutti questi anni. Best come Cristiano Ronaldo, Giggs come Bobby Charlton che proprio a Mosca taglierà le 759 presenze, Scholes come Kidd, Roomey come Law. Segno della filosofia del Club che si protrae nel tempo. E non è un caso che quell'anno di Champions ad esultare furono i blues di Manchester, il City che in campionato con la vittoria all'Old Trafford per 3-1 si assicurò il titolo. Non è un caso visto che quest'anno nella commemorazione dei 50 anni, proprio nel Derby ad esultare all'Old Trafford sono stati ancora loro. In una partita di altri tempi con la mente a Monaco e con il pensiero di quello che fù e non potè più essere... Un amarezza che quell'anno si è disciolta di fronte alla mastodontica impresa di portare a casa la Coppa Campioni con il ricordo vivido di un Charlton stremato che non riesce nemmeno ad alzarla quella Coppa. Stremato per essersi tolto un peso ed aver chiuso il cerchio. Stremato per essere riuscito a vincerla per loro quella Coppa e per il calcio. E chissà che l'amarezza di quest'anno non abbia stesso epilogo...
Corsi e ricorsi storici, intrecci di due stagioni fondamentali dello United che hanno l'emblema a Wembley e Mosca. Ma anche in Ferguson e Busby, due scozzesi di razza ma con la faccia buona dei padri che sanno guidare i propri ragazzi. E se all'epoca erano i Busby Babes oggi sono i Ferguson Boys a far impazzire la piazza in quello che è forse il riciclo di talenti e di uguaglianze mai avvenuto in una squadra di club. E allora io ci credo! E non è un caso che a portarci a Mosca sia stato "l'eore silenzioso" Paul Scholes che 9 anni fa saltà la finale di Barcellona per diffida. Silenzioso come "Bobby" e capace di aspettare anche un decennio per sopperire alla mancanza del titolo...
Come dice il titolo, ci credo perchè la sensazione è forte e la storia si sa... a volte le piace ripetersi!

I BELIEVE!