Nel calcio le motivazioni sono sempre una componente fondamentale del gioco: la dimostrazione si ha nel big match di Anfield, dove il Manchester United parte benissimo, mette in mostra un gioco molto fluido e passa anche in vantaggio, ma poi deve subire la rimonta di un Liverpool più cattivo in ogni fase di gioco, decisamente più determinato su ogni pallone, che così riesce a nascondere i propri problemi, ricavando il massimo da un paio di palloni “sporchi” e ritrovando quella vittoria sui rivali dei Red Devils che mancava ormai da troppo tempo. Basti pensare, infatti, che Rafa Benitez non era mai riuscito a battere il Manchester United in campionato, subendo alcune beffe abbastanza clamorose nelle ultime due sfide di Anfield, in particolare in quella di due anni fa quando i Red Devils erano rimasti in 10 uomini per l’espulsione sciocca di Paul Scholes (uno di quei momenti in cui al mediano dello United saltano inspiegabilmente i nervi, lui che solitamente è una persona davvero molto tranquilla) e si ritrovarono a difendersi dagli assalti dei Reds, i quali cercavano una vittoria ma al 90’ si trovarono condannati alla sconfitta da un gol in mischia di John O’Shea. E chissà che lo sfatare questo tabù ingombrante possa far nascere una nuova storia per il Liverpool, negli ultimi anni mai competitivo per le prime posizioni nella Premier League e che cerca ormai disperatamente quel titolo che manca dal 1990: a volte delle piccole cose possono cambiare una stagione e il recupero di Mascherano su un pallone ormai perso che poi ha fatto nascere il gol della vittoria potrebbe anche appartenere a questa categoria, qualora Rafa Benitez riuscisse però a migliorare la qualità del gioco dei suoi. Determinante è stato l’ingresso in campo di Ryan Babel, per una volta decisivo anche nei momenti importanti e anche questo potrebbe essere un episodio importantissimo per la fiducia dell’olandese. Tutto sommato è una vittoria abbastanza meritata dai Reds, anche perché il Manchester United è decisamente crollato nel secondo tempo e non s’è mai presentato in avanti, con i media inglesi che già si pongono diversi interrogativi sull’atteggiamento tattico voluto da Sir Alex Ferguson dopo l’acquisto del bulgaro Dimitar Berbatov, discreto al suo esordio con la nuova maglia (che però dalle tribune somigliava moltissimo a quella “vecchia” per lui, visto che il completo bianco appariva molto simile a quello del Tottenham): criticata la scelta di utilizzare Rooney sulla fascia o l’aver cambiato l’impostazione di gioco con un centravanti più stabile, ma in realtà non è stato questo il vero problema dei campioni d’Inghilterra, che hanno perso la partita sul piano mentale e che si sono un po’ specchiati in sé stessi dopo il buon primo tempo, quando invece nel secondo tempo avrebbero dovuto indossare l’elmetto e lottare a testa bassa contro un Liverpool davvero gagliardo.
La situazione in casa Liverpool non è semplice nella vigilia della partita: la posizione di Rafa Benitez sembra ancora instabile, i tifosi contestano i proprietari americani e nella formazione titolare non c’è spazio per gli acciaccati Gerrard e Fernando Torres. I Reds optano quindi per il 4-4-2, che vede Kuyt schierato nuovamente in attacco, ruolo in cui non giocava più da tempo immemore, mentre Albert Riera esordisce con la nuova maglia nel suo ruolo di esterno mancino. Anche il Manchester United risponde con il 4-4-2, schierando Berbatov e Tevez in attacco e arretrando Rooney sulla fascia destra, con Anderson a completare il centrocampo sulla sinistra. Michael Carrick riesce a recuperare dal suo infortunio e affianca Scholes in mediana.
Dopo due settimane di assenza, la Premier League torna subito regalando grandi brividi, con la Kop che intona come sempre in modo splendido il proprio inno “You’ll Never Walk Alone”, creando un’atmosfera elettrica che il Manchester United decide bene di gelare immediatamente al 3’ minuto: Anderson di prima tocca in profondità per Berbatov, che tocca il suo secondo pallone con la nuova maglia e in area è costretto a defilarsi controllato da Carragher. Il bulgaro sembra non avere sbocchi ma, senza neanche guardare verso il centro, si inventa uno straordinario assist all’indietro per l’inserimento di Tevez, che è perso in partenza da Mascherano e può calciare in libertà perché Arbeloa invece di chiudere sull’argentino decide di andare a bere un the a centro area, e così Tevez di piatto destro può trovare l’angolino, sbloccando il match e portandolo sullo 0-1.
Immediata la reazione del Liverpool: al 6’ minuto Riera tocca in qualche modo di esterno, al limite dell’area il pallone è ghiotto per Kuyt che tenta la conclusione al volo di esterno, creando una traiettoria che lascia di stucco Van der Sar ma che termina larga non di molto.
E’ però il Manchester United a partire molto bene, mostrando una manovra fluida e ottimi movimenti offensivi, giocando anche un buon calcio: ottimo l’inizio di Rooney sulla fascia destra, che con i suoi movimenti permette a Brown di spingere molto, con il terzino che inizia anche in modo aggressivo su Riera, strappandogli spesso palla. Rooney però calerà col passare dei minuti e il Manchester United ne risentirà.
Van der Sar mostra un primo segnale di insicurezza al 12’, quando un corner di Riera molto stretto lo chiama all’intervento, ma la sua uscita è molto incerta e lascia il pallone nei paraggi della linea di porta per Kuyt, che calcia a colpo sicuro da distanza ravvicinata ma trova un provvidenziale salvataggio di Van der Sar con un grande riflesso da terra a negargli il gol.
Il Liverpool comincia a comandare il gioco dopo un quarto d’ora, ma il gioco non è molto fluido e ficcante e per trovare il pareggio ci vuole un gol incredibile al 26’: un tiro da lontano di Xabi Alonso trova la deviazione di spalla di Evra che crea un pallone vagante in area, Van der Sar è ancora incerto nell’uscita bassa e tocca maldestramente il pallone, mandandolo a sbattere sul ginocchio dell’incolpevole Brown e creando una carambola che manda il pallone in rete, per l’incredibile gol dell’1-1. Per le statistiche è autogol di Brown, ma l’errore è tutto del portiere olandese.
Il gol finisce per spegnere un primo tempo che era stato bellissimo, creando una fase interlocutoria di grande equilibrio ma soprattutto di non altissimo livello tecnico. Nel Liverpool, Albert Riera comincia a crescere, mentre Xabi Alonso non riesce a dare grande lucidità alla propria regia.
Nell’intervallo c’è una bruttissima notizia per il Manchester United, perché Michael Carrick deve uscire per un infortunio alla caviglia e potrebbe essere indisponibile per un paio di settimane: al suo posto entra Giggs, che va sulla sinistra con Anderson che va in mediana. L’uscita dal campo del nazionale inglese finisce per essere decisiva per lo svolgimento della ripresa, perché di fatto il Manchester United finisce solo per mostrare il fianco agli avversari: il Liverpool è più insistente e la difesa dei Red Devils non sempre è impeccabile sui movimenti a tagliare degli elementi offensivi avversari. Di fatto, l’accentramento di Anderson in mediana toglie tantissimo peso ai Red Devils, anche perché il brasiliano non azzecca neanche un passaggio. La pressione del Liverpool si fa sempre più costante, con Kuyt che si danna l’anima in avanti ma che proprio per questo motivo ogni tanto appare impreciso nel tocco.
Al 68’ Benitez decide di togliere l’impalpabile Benayoun per giocarsi la carta Gerrard, il quale fa il trequartista nel 4-2-3-1 della scorsa stagione che viene riproposto, con Kuyt che torna a fare l’esterno destro a centrocampo, alle spalle dell’unica punta Robbie Keane, ottimo per l’impegno, meno per l’apporto effettivo nel gioco.
Al 70’ si lotta accanitamente sul pallone, ha la meglio Giggs che calcia con un esterno sinistro a scendere che quasi scavalca Reina, il quale si deve impegnare molto per alzare il pallone in corner.
La partita si decide al 77’: la difesa del Manchester United salta sull’azione personale di Mascherano, che sulla destra viene chiuso da Giggs, il quale poi insieme a Vidic si addormenta provando a far uscire il pallone sul fondo, Mascherano non molla e riesce ad inserirsi per riciclarlo e farlo arrivare sui piedi di Kuyt, che può accentrarsi con grande libertà e tocca intelligentemente per Ryan Babel, che era entrato da appena 6 minuti e riesce a battere Van der Sar nonostante calci in modo decisamente sporco, trovando quindi il fondamentale gol del 2-1. Ancora una volta terribile lettura difensiva degli ospiti.
Nel finale non c’è una vera e propria risposta del Manchester United, che anzi al 90’ deve fare i conti con una sciocchezza di Vidic, che va al contrasto aereo con Xabi Alonso in modo durissimo e si merita la seconda ammonizione, che gli impedirà anche di scendere in campo nel big match di domenica prossima contro il Chelsea.
A spaccare in due la partita è Babel, che al 92’ continua a far impazzire Brown e triangola bene con Kuyt per affondare in area, tocca indietro per il tiro a botta sicura dello stesso Kuyt, che non trova il gol che meriterebbe per un bell’intervento di piede di Van der Sar.
Vittoria davvero voluta e meritata per il Liverpool, che così adesso può affrontare i prossimi impegni con il morale a mille, provando a dare continuità a questo risultato: per i Reds non sarà facile la trasferta di martedì contro il Marsiglia per il primo turno del girone di Champions League, mentre un po’ meno preoccupante è sulla carta il prossimo match di campionato, visto che ad Anfield arriverà il neopromosso Stoke City.
Sconfitta bruciante ma che paradossalmente potrebbe far bene al Manchester United, in quanto l’ambiente dovrà per forza scuotersi ed è proprio questa la volontà di Ferguson, che nel dopogara ha dichiarato che la difesa del Manchester United sembrava quella di una squadra di Conference nelle due reti subite e non ha tutti i torti. Questa dichiarazione dura serve per svegliare la squadra, che adesso è attesa ad una totale trasformazione in vista del match di domenica prossima in casa del Chelsea. Prima però c’è un altro match complicato, come quello interno contro il Villarreal valido per il primo turno del girone di Champions League.
Liverpool-Manchester United 2-1
Liverpool (4-4-2): Reina 6 – Arbeloa 5,5 Skrtel 6,5 Carragher 6,5 Fabio Aurelio 6 – Benayoun 4,5 (68’ Gerrard 6) Xabi Alonso 5 Mascherano 7,5 (87’ Hyypia sv) Riera 6 (71’ Babel 7,5) – Keane 5,5 Kuyt 7
In panchina: Diego Cavalieri, Dossena, Fernando Torres, N’Gog
Manager: Rafa Benitez 6,5
Manchester United (4-4-2): Van der Sar 5,5 – Brown 6 Ferdinand 6 Vidic 4 Evra 5,5 – Rooney 6 Scholes 5 (66’ Hargreaves 5) Carrick 6,5 (46’ Giggs 4,5) Anderson 3 (78’ Nani sv) – Berbatov 6,5 Tevez 6
In panchina: Kuszczak, Evans, O’Shea, Fletcher
Manager: Alex Ferguson 5,5
Arbitro: Howard Webb 6
Gol: 3’ Tevez (MU), 27’ autogol Brown (MU), 77’ Babel (MU)
Ammoniti: Tevez, Vidic, Nani (MU)
Espulso: 90’ Vidic (MU)
A cura di:
Silvio Di Fede
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