Una delle finali di Champions League più belle ed emozionanti degli ultimi anni incorona il Manchester United sul tetto d'Europa per la terza volta nella storia dei Red Devils: a tre anni di distanza dal trionfo del Liverpool ad Istanbul (in un'altra finale pazzesca e molto emozionante), la Champions League torna in Inghilterra e viene vinta dalla squadra che già da subito (o quasi) aveva dimostrato a tutti di essere la più forte al mondo come organico e come tipo di gioco e che, alla fine di un cammino non certo semplice, è riuscita ad ottenere un successo tanto bello quanto sudato. E' stata la finale delle mille emozioni e dei mille stati d'animo che è davvero difficile provare a raccontare in qualche riga, basti però ricordare come il Chelsea sia uscito a testa alta e che, dopo una stagione spesso fortunatissima e il gol del pareggio raggiunto con i soliti rimpalli favorevoli, proprio sul più bello ha dovuto scontrarsi con un Dio del Calcio che gli ha voltato clamorosamente le spalle, come visto nei due legni colpiti dai Blues sull'1-1 e dall'incredibile fatalità che ha colpito Terry al momento di calciare quel rigore che se realizzato avrebbe regalato la Champions League al Chelsea, con quello scivolone che ha condito ancor più di dramma sportivo una sfida davvero incredibile. Successivamente, nella sequenza dei rigori ad oltranza Van der Sar avrebbe ipnotizzato Nicolas Anelka e messo i guantoni su quel pallone che avrebbe regalato la Champions League al Manchester United, al terzo successo dopo quello del 1968 ai danni del Benfica (arrivato 10 anni dopo l'incidente aereo di Monaco di Baviera e la sparizione dei mitici Busby Babes e con il sopravvissuto Bobby Charlton che giudò i Red Devils alla vittoria della coppa con una doppietta nella finale, in un match diventato famoso per lo splendido gol di George Best che diede agli inglesi il vantaggio ai tempi supplementari) e quello del 1999 con la clamorosa rimonta ai danni del Bayern Monaco. Dopo Bobby Charlton e Peter Schmeichel, è Rio Ferdinand ad alzare la Champions League da capitano del Manchester United, squadra che così può celebrare nel migliore dei modi il cinquantennale della suddetta tragedia di Monaco di Baviera. E' l'ennesimo grande successo di un manager inimitabile come Sir Alex Ferguson, uomo dalla personalità e dalla tenacia unica che negli ultimi anni ha sempre ripetuto come per una squadra come il Manchester United siano fin troppo poche le due Champions League vinte fino a quel momento e che si era messo in testa di portare ancora una volta la coppa dalle grandi orecchie (o la Orejona, come la chiamano in Spagna) ad Old Trafford, riuscendoci con un gruppo che ha vinto il Double più prestigioso possibile (vista anche la Premier League conquistata 10 giorni fa) e che ha ancora un'età media abbastanza bassa per poter considerare già concluso un ciclo che potrebbe portare ancora grandi successi. E' una grande squadra che può contare sul talento e sulle capacità realizzativa di un fenomeno come Cristiano Ronaldo (che però aveva sbagliato il suo calcio di rigore), sulla furia agonistica di Wayne Rooney, sul grande atletismo di Carlos Tevez, sulla classe pura di Ryan Giggs e Paul Scholes, sulla leadership difensiva di Rio Ferdinand, sulla forza fisica di Nemanja Vidic, sulla forza propulsiva di Patrick Evra e su mille altre doti ancora, tanto per spiegare come questi Red Devils non siano i nuovi Campioni d'Europa per caso. Al Manchester United si inchina un altro gruppo splendido che, nonostante fosse guidato da un perfetto conosciuto e poco capace Avram Grant, è riuscito a sfiorare la coppa, scivolando con il capitano Terry proprio nel momento più bello, in un doloroso e inspiegabile dramma sportivo. La prima Champions League dei Blues è volata lì, sul pessimo terreno del Luzhniki Stadium di Mosca che ha fatto cedere il piede d'appoggio di Terry proprio al momento della conclusione più importante della sua carriera, proprio allo stesso modo in cui aveva fatto scivolare Van der Sar in occasione del gol del pareggio che aveva rimesso in partita l'undici di Grant. Per quanto mostrato dalla partita, il pareggio è stato il risultato più giusto: nonostante il Manchester United sia più squadra, il Chelsea ha forse avuto una maggiore supremazia (tutto il secondo tempo e parte dei tempi supplementari). Per questo motivo, la soluzione dei calci di rigore al termine di una partita comunque non banale (sono state diverse le emozioni e le grandi occasioni nel corso dei 120 minuti di gioco) è sembrata quella più giusta. E allora, come è giusto celebrare i campioni del Manchester United, è giusto anche onorare i vari Lampard (a segno anche in questo match), Cech, Essien, Drogba (nonostante il brutto gesto che gli è costato l'espulsione) e soprattutto John Terry, capitano coraggioso che s'era preso la responsabilità di calciare il penalty della vittoria e che ha visto distrutti i propri sogni nel modo più imprevedibile possibile: lo sconforto del difensore era visibilissimo sotto gli occhi di tutti e questo può essere un ricordo doloroso che resterà sempre nella memoria sportiva del giocatore. JT deve avere la forza di superare al meglio questi mesi di sosta e in cui il pensiero cadrà più e più volte su quel dischetto del Luzhniki Stadium, ma sicuramente avrà la forza per uscirne ancora più forte di prima, pronto per la nuova battaglia e per riassaporare il sogno della Champions League.
L'unico dubbio nella formazione del Manchester United riguardava il ballottaggio tra Owen Hargreaves e Park Ji-Sung e ad avere la meglio è stato l'ex mediano del Bayern Monaco, che si piazza sulla corsia di destra in un 4-4-2 che vede Cristiano Ronaldo largo sulla sinistra e Tevez e Rooney a formare la coppia d'attacco. Nessuna novità nell'undici titolare del Chelsea, con Avram Grant che riesce a recuperare Ashley Cole, il quale proprio nella vigilia si era fatto male ad una caviglia ma che ha assorbito il colpo ed è sceso in campo senza particolari patemi. Anche nei Blues c'era un ballottaggio importante, con Florent Malouda che viene preferito a Salomon Kalou sulla corsia sinistra del 4-1-4-1 di Grant.
Il match inizia in modo molto tattico e lento, con le due squadre che dimostrano di temersi molto: col passare dei minuti, però, è il Manchester United a farsi preferire, soprattutto sul piano estetico, perché i Red Devils tengono palla con più continuità e sono molto più pazienti nella manovra, mentre il gioco del Chelsea è molto più frammentato e meno fluido, con i Blues che cercando subito l'accelerazione con il lancio verso Drogba. Col passare dei minuti il Manchester United comincia a creare molto gioco sulle fasce, con una predilezione sulla corsia di destra dove Hargreaves fa un lavoro enorme di spinta e di ripiegamento e dove i Red Devils provano ad attaccare l'anello debole della difesa dei Blues, ovvero Ashley Cole. Appare pessima la scelta di Avram Grant di portare Essien in posizione di terzino destro anche in un match così importante, perché Cristiano Ronaldo capisce di poter saltare il ghanese in uno contro uno e comincia a farlo ammattire con i suoi classici numeri: è perfetta, invece, la scelta di Ferguson di togliere il portoghese dal centro dell'attacco (dove di solito ha giocato in Champions League) e di riposizionarlo sulle fasce, per sfruttare la poca attitudine di Essien a fare il terzino puro. Il Manchester United gioca molto bene sulle fasce ma sui cross lavorano molto bene Ricardo Carvalho e Terry che respingono diverse insidie. Nei primi minuti il campo sempre anche accettabile ma col passare dei minuti comincia a cedere qualche piccola zolla e soprattutto si ha l'impressione di vedere un rimbalzo continuamente irregolare: il Manchester United sembra aver trovato il giusto approccio su questo orribile manto erboso, perché i Red Devils giocano un calcio fatto di tocchi brevi palla a terra, in modo che il campo influisca il meno possibile sulla corsa del pallone, mentre per allungare il gioco la squadra di Ferguson alza il pallone e non fa come il Chelsea che invece cerca sempre dei passaggi lunghi, che fanno correre maggiormente il pallone sull'erba del Luzhniki Stadium e che creano una traiettoria sempre molto casuale e imprevedibile, davvero difficile da calcolare. Di fatto, non sembra un erba creata per una partita di calcio e lo si nota anche dai continui scivoloni dei giocatori, che stentano a trovare l'appoggio giusto sul manto.
Tra Manchester United e Chelsea ci sono anche storie molto tese, figlie particolarmente dell'ultimo scontro diretto: ad accendere la fiammella arriva l'episodio del 21' minuto, quando Scholes interviene in modo scomposto su Makelele per impedire un contropiede e finisce per aprirsi una mini-mischia sul punto del contatto. Scholes ci rimette anche la faccia, visto che il colpo finisce per procurargli un taglio al naso oltre alla sacrosanta ammonizione.
Proprio dalle fasce arriva il gol che sblocca il match al 26': dopo una rimessa laterale i Red Devils creano un buono spazio per Brown, che si porta palla sul sinistro e crossa bene a giro verso il secondo palo, Terry e Ricardo Carvalho sono in marcatura su Tevez e Rooney e su Cristiano Ronaldo deve scalare Essien che però non ha l'attitudine del difensore e rimane fermo sul taglio dell'avversario. Cristiano Ronaldo stacca in cielo e isolato può angolare alla perfezione il colpo di testa, trovando con precisione l'angolino sinistro e non lasciando chance a Cech per la rete dell'1-0. E' un gol abbastanza meritato per il gioco mostrato dalle due squadre e la firma non poteva che essere del giocatore più forte al mondo.
Un minuto dopo il Chelsea prova a rispondere subito e va al primo tiro della sua partita, ma la conclusione dal limite di Ballack è troppo rabbiosa e termina alta.
E' sempre il Manchester United a continuare a tenere maggiormente il possesso del pallone, ma dopo il gol il Chelsea sembra aumentare l'agonismo a centrocampo per recuperare palla e non permettere agli avversari una manovra facile. All'altezza della mezz'ora di gioco, però, le statistiche della Uefa (comunque non statistiche di cui fidarsi sempre ciecamente ma da prendere per le molle, perché quelle della Uefa presentano di tanto in tanto qualche imprecisione) parlano di un 65% di possesso palla per il Manchester United, segno di un Chelsea che concede troppo. Dopo il gol la partita si è accesa e comincia a dare diverse emozioni.
Al 34' su un'azione confusa il Chelsea riesce a crearsi una discreta occasione: Lampard decide di cambiare gioco con un traversone verso la destra dell'area di rigore, Drogba di testa fa la sponda al centro dell'area dove Ferdinand in vantaggio su tutti ma lascia scorrere il pallone e lo tocca verso la propria porta sulla evidente spinta di Ballack, costringendo Van der Sar al salvataggio non facile. Era evidente però il fallo di Ballack e Michel commette uno dei pochi errori della sua partita non fischiandolo.
Passa appena un minuto e dall'altra parte il Manchester United ha la grande occasione per raddoppiare: Carrick lancia un contropiede con uno straordinario lancio a cambiare gioco verso la corsia sinistra, Cristiano Ronaldo tiene palla maestosamente in mezzo a due avversari e crossa basso verso il centro dell'area, Tevez colpisce di testa in tuffo da posizione ravvicinata ma esalta i riflessi di un Cech bravissimo nel salvare la propria porta con un intervento davvero importante. Sulla respinta poi Terry è in difficoltà e rinvia corto e il pallone è ripreso da Carrick, il quale da posizione centrale va subito alla conclusione ma Cech è ancora molto bravo ad alzare il pallone in corner e a tenere a galla il Chelsea.
E' ottimo il primo tempo di Wes Brown che è impeccabile nelle poche volte in cui è chiamato in causa in difesa e poi spinge con continuità sulla sua corsia, creando sempre molti problemi ad Ashley Cole.
I Red Devils sono più efficaci e danno l'impressione di poter raddoppiare il vantaggio e al 42' il Chelsea non sa cosa fare con il pallone in fase offensiva, il Manchester United riesce a recuperarlo e riparte in contropiede: Rooney sulla destra prende palla a difesa aperta e mette dentro un cross basso molto velenoso che Makelele non riesce a deviare, ma al centro Tevez non arriva alla deviazione decisiva per una frazione di secondo e i Blues si salvano. Ancora una volta però è stata splendida l'azione di Rooney in appoggio, con l'inglese che gioca un primo tempo da applausi.
Il Manchester United gioca bene, ma il Chelsea riesce ad agguantare il pareggio al 45' con la solita azione fortunata: Essien tenta una conclusione molto forzata da lontano, il doppio rimpallo tra Vidic e Ferdinand favorisce però il Chelsea e in particolare Lampard che si inserisce bene, Van der Sar non riesce ad uscire sul pallone perché scivola sull'immondo terreno di gioco e perde l'appoggio con il piede e non riesce a chiudere lo spazio al centrocampista avversario che è freddissimo nel batterlo e a trovare la rete dell'1-1. E' un pareggio abbastanza ingiusto per quello che le due squadre hanno mostrato nel primo tempo, ma il Chelsea sfrutta come sempre dei rimpalli favorevoli e ritorna a galla: è incredibile la quantità di reti che i Blues riescono a fare in questo modo, che dimostra una tendenza a lottare anche per dei palloni “morti” ma che spesso è questione di pura fortuna. A quel punto, però, la fortuna gira le spalle al Chelsea proprio sul più bello e dal secondo tempo in poi gli episodi decisivi prendono un'altra piega. Da segnalare però la determinazione di Lampard a gettarsi su quel pallone e poi la dedica alla madre Pat scomparsa circa un mese fa: le prestazioni del centrocampista dopo quel dramma personale fanno capire che tipo di carattere abbia questa persona.
Anche in avvio di ripresa il match sembra riprendere il trend del primo tempo,
con il Manchester United a giocare stabilmente sulla metà campo offensiva, ma è un'impressione che dura meno di un quarto d'ora perché il Chelsea sembra completamente trasformato. Essien, però, continua a soffrire moltissimo in fase difensiva contro le avanzate di Cristiano Ronaldo e le sovrapposizioni di Evra.
Al 55' arriva forse l'episodio che cambia completamente gli equilibri di gioco della ripresa, con il Chelsea che si rende pericoloso in contropiede e che da questo momento prende con decisione metri: Malouda da centrocampo lancia la corsa di Essien che trova la difesa scoperta, il ghanese resiste al rientro di Cristiano Ronaldo e si ferma rientrando sul sinistro creandosi un grande spazio per la conclusione ma calcia male e manda alto. Era un'occasione ghiottissima, anche perché Van der Sar era di nuovo mancato nell'appoggio sul terreno di gioco ed era scivolato ancora una volta. Adesso il Manchester United comincia a soffrire in difesa e non dà sensazioni di sicurezza.
Al 57' Ballack si crea un buon break centrale per trovare lo spazio per il tiro, ma la sua conclusione è ancora imprecisa e la palla termina larga.
La partita continua a regalare molte emozioni, soprattutto perché si ha la sensazione che in ogni attimo potrebbe succedere qualcosa di importante e di decisivo. Questo è un momento nettamente migliore per il Chelsea che cambia marcia e riesce ad inserirsi con continuità nella difesa del Manchester United e riesce a guadagnare grande campo. Davvero incredibile la prova double face di Essien, che è in grossa difficoltà in difesa ma poi sembra un altro giocatore quando si spinge in avanti, dove il suo apporto è decisamente migliore: il ghanese è sempre pronto ad inserirsi e diventa una spina nel fianco per il Manchester United, ma davanti a lui Joe Cole non incide mai e finisce per sprecare molte energie senza risultato. Dopo un ottimo primo tempo, Brown si fa sempre bucare dagli inserimenti avversari, soprattutto quando ad attaccarlo è Lampard: il terzino del Manchester United soffre moltissimo per circa 20 minuti. Il Manchester United appare molto più slegato e Tevez e Rooney non hanno più l'apporto di prima dai compagni di squadra: Tevez, in particolare, sbaglia molto in questa fase in cui i Red Devils non trovano la precisione dovuta. Anche Hargreaves sembra molto stanco dopo un primo tempo di grande sacrificio e mancano i collegamenti tra centrocampo e attacco, cosa che non riesce a fare più nemmeno Cristiano Ronaldo. In questa prima mezz'ora di ripresa il Chelsea sembra avere le idee più chiare e si mantiene costantemente in attacco.
Al 75' minuto Ferguson passa al 4-5-1 con Rooney che va a fare l'esterno a destra e Hargreaves stringe a fare l'interno a centrocampo: il manager scozzese vuole dare più compattezza ad una squadra che sembrava davvero faticare molto. L'ultimo quarto d'ora di ripresa sembra nuovamente essere più bloccato, perché le due squadre (il Manchester United in particolare) temono di commettere quell'errore che a questo punto della partita risulterebbe davvero fatale e decisivo.
Il Chelsea però ha un attaccante mostruoso che dal nulla sfiora il gol del vantaggio: Drogba da terra riesce a servire in qualche modo Malouda, che gli ritorna il pallone. L'ivoriano a quel punto trova una conclusione dal limite che, nonostante l'equilibrio precario, trova una fantastica traiettoria a giro che sarebbe perfetta se non si stampasse in pieno sul palo. Van der Sar non ci sarebbe potuto arrivare ma la fortuna volta le spalle al Chelsea.
Il Manchester United sembra la brutta copia della bella squadra vista nel primo tempo, perché adesso commette troppi errori e permette al Chelsea delle transizioni molto pericolose, di tanto in tanto anche in parità numerica.
All'82' anche i Red Devils vanno alla conclusione: una palla lunga trova Evra che appoggia per Tevez, il quale prova il tiro da fuori ma manda largo, con Cech che controllava la traiettoria.
All'87' minuto arriva il primo cambio del match ed è un momento storico per il Manchester United: esce Paul Scholes (un po' affaticato col passare dei minuto) ed entra Ryan Giggs, che raggiunge la presenza numero 759 con la maglia del Manchester United e supera una leggenda come Bobby Charlton, tra l'altro presente al Luzhniki Stadium in rappresentanza dei Red Devils. Il “Mago” gallese va a fare il trequartista in un 4-2-3-1 che continua a vedere Tevez in posizione di unica punta, nonostante l'argentino non convinca molto in quella posizione.
Il risultato non si sblocca e si arriva ai tempi supplementari e anche qui le emozioni non tardano ad arrivare: al 94' i Blues trovano la più bella combinazione della loro partita sul fondo della fascia sinistra e permettono ad Ashley Cole di tagliare verso l'area di rigore, il terzino tocca dentro per Ballack che dal limite dell'area a sorpresa non tira e appoggia dentro per Lampard, che compie un grande movimento per girarsi e calciare di sinistro, trovando una traiettoria stupenda che lascia Van der Sar impietrito ma che va a colpire in pieno la traversa. E' il secondo legno della partita del Chelsea e anche in questo caso l'autore del tiro aveva compiuto una splendida prodezza: invece di due eurogol, i Blues trovano due legni che lasciano la partita in parità.
Il gioco del Manchester United non ha più brillantezza e incidono di più le azioni personali o le fiammate del Chelsea: i Red Devils sono troppo lenti nel far girare il pallone, mentre i Blues sono più diretti e più ficcanti.
Al 99' Grant si gioca la solita carta sbagliata, togliendo Joe Cole per inserire Anelka largo sulla destra, posizione che il francese non digerisce assolutamente.
Al 100' minuto il Manchester United trova una grande azione personale di Evra, che riprende un intervento difettoso di Essien per inserirsi in grande velocità in area di rigore: il francese accende il turbo, passa in mezzo a due avversari e va sul fondo per toccare dentro e mandare fuori causa Cech, Giggs può tirare a porta vuota e a colpo sicuro e il gol sembra ormai arrivato ma il Chelsea trova un “angelo” a salvare tutto e a deviare il pallone lontano dalla porta, con Terry che salva miracolosamente di testa con un intervento straordinario. Il difensore del Chelsea è stato davvero bravissimo nell'intuire la traiettoria.
Molti giocatori sono stanchissimi e la partita ha toni sportivamente drammatici. Al 101' Ferguson decide di togliere anche lo stanco Rooney per inserire Nani.
Nel secondo tempo supplementare a dominare è l'acido lattico che imballa le gambe dei giocatori e che toglie lucidità alle due squadre, le quali hanno davvero dato tutto in questo splendido match. Gli ultimi 15 minuti sono quindi molto bloccati. Nel Manchester United non incide per nulla l'ingresso di Nani, che gestisce sempre male il pallone e cerca delle giocate a sorpresa che diventano impossibili da capire per i compagni, che reduci da oltre 100 minuti di battaglia non possono certo avere la lucidità di intuire le giocate fantasiose del portoghese, che dimostra davvero grande inesperienza: in questi casi bisognerebbe soltanto tentare la soluzione più semplice, perché chiedere ai compagni di capire un passaggio fintato o altri virtuosismi del genere è una pura follia.
Al 116' minuto il Chelsea cade ingenuamente nella provocazione di Tevez e si accende una mischia in cui sono proprio i Blues ad avere la peggio: tutto parte da un episodio accaduto 20 minuti prima, quando il Manchester United dovette fermare la propria azione per lasciare palla in rimessa laterale e permettere i soccorsi per Joe Cole. Il Chelsea, però, restituì il pallone nel modo più scorretto possibile, lanciando il pallone in rimessa laterale e guadagnando di fatto dei metri. L'episodio non è stato digerito dai giocatori del Manchester United che nell'occasione opposta (il Chelsea interrompe la propria azione) ricambia il favore: Van der Sar ricorda ai compagni ciò che è avvenuto prima e allora Tevez lancia il pallone volutamente in fallo laterale e chiede ad ampi gesti ai compagni di andare a pressare. Il Chelsea abbocca completamente nella provocazione e si crea una mischia nella quale spicca uno schiaffetto di Drogba su Vidic: l'arbitro Michel vede tutto e estrae il giusto cartellino rosso per l'ivoriano. La provocazione era davvero da evitare, ma niente può giustificare certi atteggiamenti: non si mettono le mani in faccia all'avversario e Drogba chiude in modo abbastanza indecoroso la sua finale, lasciando anche in difficoltà la propria squadra in vista dei calci di rigore. Michel ammonisce anche Ballack e Tevez nella mischia e il Chelsea passa al 4-4-1 con Anelka unica punta.
Il finale è tesissimo e bagnato da una pioggia intensa che non può certo mancare in una partita tra squadre inglesi, anche quando questa si svolge in Russia.
Il risultato non si sblocca e si va ai calci di rigore, dove a calciare per primo è il Manchester United. Sul 2-2 nella sequenza dei rigori scocca l'ora di Cristiano Ronaldo, che interrompe come suo solito la rincorsa (con un esecuzione che sarebbe pure irregolare) e poi tira male sulla sua sinistra, Cech intuisce ma manca il pallone con le braccia per respingerlo addirittura con la faccia: l'errore del portoghese è pesante e il Chelsea si ritrova vicinissimo alla vittoria.
Il quarto rigore dei Blues entra in modo molto fortunoso, perché Ashley Cole calcia male, Van der Sar tocca il pallone ma questo schizza comunque in rete, ma tutta la storia cambia al quinto rigore delle due squadre: Nani va sul dischetto sapendo di non poter sbagliare e calciare male e troppo centrale, Cech prende in pieno il pallone ma incredibilmente non riesce a deviarlo in modo decisivo e lo manda verso la rete, lasciando in partita il Manchester United. Una respinta del ceco avrebbe coronato il Chelsea come nuovo Campione d'Europa.
I Blues però hanno ancora il quinto rigore da calciare e all'appuntamento con la storia si presenta il capitano John Terry, che dopo aver salvato in quel modo la porta sulla conclusione di Giggs cerca di realizzare il penalty decisivo per dare al Chelsea la prima Champions League della sua storia: lo sport però crea delle storie splendide ma sa essere anche molto crudele e Terry scivola al momento della conclusione, perde completamente la coordinazione e manda il rigore sul palo, con Van der Sar che sarebbe stato spiazzato. Davvero un epilogo incredibile e un dramma sportivo per JT.
Si va ad oltranza e il settimo rigore lo calcia un'altra bandiera come Ryan Giggs, che però arriva con una freddezza eccezionale e spiazza perfettamente Cech. Tocca quindi ad Anelka tenere in piedi il Chelsea: Van der Sar le prova tutte per distrarre l'avversario (quasi alla Lehmann) e gli indica di tirare sulla destra, Anelka invece calcia sulla sinistra e lì trova il portierone olandese che vola e mette i guanti sul pallone che consegna la terza Champions League al Manchester United.
Sembrava tutto scritto, con il Chelsea di Abramovich pronto ad alzare la Champions League proprio a Mosca, ma l'incredibile scivolone di Terry regala un epilogo inenarrabile anche per la sequenza dei calci di rigore, che già di suo sarebbe emozionante anche senza questo tipo di eventi. Il Chelsea si ferma lì, davvero ad un soffio dal successo, per un successo che vola via nel modo più amaro possibile.
Nemmeno il miglior Hitchcock sarebbe stato capace di scrivere un finale più inatteso di questo, ma alla fine è il Manchester United ad alzare la Champions League: vince la squadra più forte e i Red Devils strameritano questo successo, ma gli appassionati di calcio sanno di aver vissuto un'altra pagina incredibile di questo splendido sport che nonostante tutto il business che gli gira attorno (non esistono altri motivi per giocare una finale su un campo del genere) sa regalare emozioni vere ed è bello che ad essere protagoniste di una finale del genere siano state due squadre inglesi, anzi due squadroni. Alla fine festeggia il Manchester United, ma onore al Chelsea e al suo sfortunato condottiero John Terry.
Manchester United-Chelsea 1-1 dopo tempi supplementari (Manchester United vince 6-5 ai calci di rigore)
Manchester United (4-4-2): Van der Sar 7 – Brown 6,5 (125' Anderson sv) Ferdinand 6,5 Vidic 7 Evra 6,5 – Hargreaves 6,5 Scholes 6 (87' Giggs 6) Carrick 5,5 Cristiano Ronaldo 6,5 – Rooney 6,5 (101' Nani 5) Tevez 6
In panchina: Kuszczak, O'Shea, Fletcher, Silvestre
Manager: Ferguson 7
Chelsea (4-1-4-1): Cech 6,5 – Essien 6 Ricardo Carvalho 6,5 Terry 7 Ashley Cole 5,5 – Makelele 5,5 (125' Belletti sv) – Joe Cole 5 (99' Anelka 5,5) Ballack 5,5 Lampard 7 Malouda 6,5 (92' Kalou 5) – Drogba 5
In panchina: Cudicini, Shevchenko, Obi Mikel, Alex
Manager: Grant 6
Arbitro: Lubos Michel (Slovacchia) 7,5
Gol: 26' Cristiano Ronaldo (MU), 45' Lampard (C)
Ammoniti: Scholes, Ferdinand, Vidic, Tevez (MU), Makelele, Ricardo Carvalho, Ballack, Essien (C)
Espulso: 116' Drogba (C)
Sequenza rigori:
1-0: Tevez (gol)
1-1: Ballack (gol)
2-1: Carrick (gol)
2-2: Belletti (gol)
2-2: Cristiano Ronaldo (sbagliato: parato da Cech)
2-3: Lampard (gol)
3-3: Hargreaves (gol)
3-4: Ashley Cole (gol)
4-4: Nani (gol)
4-4: Terry (sbagliato: tiro finito sul palo)
5-4: Anderson (gol)
5-5: Kalou (gol)
6-5: Giggs (gol)
6-5: Anelka (sbagliato: parato da Van der Sar)