Gol, spettacolo e grandi emozioni: tutto questo è stato visto da chi ha optato sulla replica della partita di MLS tra
D.C. United e
Columbus Crew su Sky, non certo chi ha visto
Barcellona-Manchester United, partita che qualcuno descriverà come
“tattica” nascondendosi dietro ad un dito rappresentato dal luogo comune, perché non è assolutamente vero che una partita tattica non posso essere divertente. La verità è solo che questa partita del Camp Nou è stata semplicemente brutta, poco interessante sul piano tattico (spagnoli inconsistenti, inglesi messi bene dietro ma con nessuna voglia di ripartire) e ancora meno sul piano tecnico: il Barcellona gioca un calcio lentissimo e non riesce a creare più di tanto, mentre il Manchester United affronta la partita cercando soltanto lo 0-0. L'interrogativo maggiore riguarda proprio la reale utilità del risultato cercato dai Red Devils, visto che questo lo costringe a vincere comunque al ritorno, con il rischio derivato dal fatto che una possibile fiammata di una delle stelle blaugrana possa poi complicare tutto, quando invece un atteggiamento più aperto all'andata avrebbe potuto anche porre la doppia sfida un po' più in discesa. Questo perché il Barcellona conferma tutte le proprie difficoltà di gioco, soprattutto nell'incapacità di sfondare una difesa abbastanza coperta, ma la squadra spagnola non desta mai grande sicurezza in difesa e probabilmente
Ferguson avrebbe fatto meglio a tenere magari più alto il baricentro della squadra, tenere più attivi gli esterni nella fase offensiva e provare a colpire in contropiede, cosa non certo così impossibile ma cosa che il Manchester United non ha mai fatto nei 90 minuti, tant'è vero che l'occasione più grande di tutto il match è stata quel calcio di rigore sbagliato da
Cristiano Ronaldo in apertura, nato però dal super-regalo recapitato da
Gabriel Milito con un fallo di mano davvero incosciente. Tutto sommato, se questo è il risultato che Ferguson voleva vuol dire che il manager scozzese confida pienamente nella forza dei suoi davanti al proprio pubblico, ma di fatto qualche interrogativo va anche posto, perché (senza troppi dubbi) il Manchester United è la squadra più forte che c'è in circolazione, ma è anche vero che finora in Europa non ha mai proposto delle prestazioni così convincenti, all'altezza di quelle fornite in campionato: di fatto, questo è successo solo con la
Dinamo Kiev, squadra che ha pienamente dimostrato la sua pochezza con i zero punti (e i tanti gol subiti) ottenuti nel girone, mentre per il resto i Red Devils hanno sempre faticato un po' più nelle attese, come confermato dal doppio confronto degli ottavi di finale contro il
Lione (fermato soltanto all'ultimo minuto nel match d'andata, mentre ad Old Trafford era rimasto fino all'ultimo a sperare in un approdo ai tempi supplementari) e da quello dei quarti di finale contro la
Roma (battuta andata e ritorno ma con qualche patema di troppo). Adesso il Manchester United dovrà stare attento nel match di ritorno, anche se il Barcellona visto a Camp Nou non fa certo paura: la squadra di
Frank Rijkaard tiene in mano il gioco non perché abbia un centrocampo così possente da guadagnarsi il campo centimetro per centimetro, ma perché spesso è la squadra avversaria a permetterglielo e in questo modo finisce per avere percentuali alte nel possesso palla ma anche nel faticare nel creare qualcosa d'importante in attacco se a salvare la squadra non ci pensa un colpo di classe di uno dei giocatori offensivi. E' quindi il solito Barcellona, lo stesso visto più volte nella Liga, quello che è stato capace di farsi staccare di 11 punti da un
Real Madrid non certo eccezionale e addirittura entrato in crisi ad un certo punto della stagione. Anche in questa serata il gioco dei blaugrana è apparso di una pochezza estenuante e soltanto un colpo di genio di
Messi o
Eto'o, accoppiato ad un altro atteggiamento tattico non molto condivisibile del Manchester United, potrebbe portare questa squadra a giocarsi la finale della Champions League, ma questo sarebbe un avvenimento davvero strano e che non terrebbe assolutamente fede all'andamento generale della stagione. E allora, tutti i favori del pronostico sono ancora per la squadra inglese, ma di certo Ferguson dovrà dare un'altra mentalità ai suoi ragazzi per meritarsi davvero la finale.
Il Barcellona scende in campo con il solito 4-3-3, che presenta però qualche novità negli uomini: a completare il tridente d'attacco infatti c'è
Iniesta, preferito ai vari
Henry e
Bojan forse per rispettare anche qualche consegna tattica. Un'altra novità c'è anche a centrocampo, dove a sorpresa rientra
Deco, apparso in scarsa forma nell'ultimo periodo. In difesa, infine, Rijkaard punta per la coppia centrale
Marquez-Milito, anche perché il capitano
Puyol è assente per squalifica. Il Manchester United invece si presenta con un 4-2-3-1 che vede
Cristiano Ronaldo a fare l'unica punta,
Tevez a partire alle sue spalle in appoggio e
Rooney a fare l'esterno a destra, con
Park Ji-Sung a partire largo sulla sinistra. Assente dell'ultima ora in difesa è
Nemanja Vidic, rimpiazzato con l'accentramento di
Brown, con l'inserimento di
Hargreaves sulla destra.
Passano appena tre minuti e il Manchester United ha già in mano il pallone che potrebbe indirizzare il doppio confronto: su corner da destra battuto da
Rooney, infatti, il colpo di testa di Cristiano Ronaldo viene bloccato da uno scriteriato Gabriel Milito, che tiene il braccio fin troppo largo e induce l'arbitro
Busacca (davvero ottima la sua direzione) a fischiare il netto calcio di rigore. Dal dischetto va lo stesso Cristiano Ronaldo che spiazza
Victor Valdes mandando il pallone sulla sua destra ma non trova la porta mandando largo e sbagliando in modo abbastanza clamoroso.
Dopo il calcio di rigore, il Barcellona prende in mano la manovra, ma come spesso succede e troppo lento e manca di movimenti senza palla, fattore che diventerà una costante negativa della partita dei blaugrana: i giocatori spagnoli, infatti, non aiutano mai il portatore di palla, che spesso deve affidarsi alla giocata individuale o al semplice passaggio in orizzontale, che spesso finisce per non portare a nulla, soprattutto perché anche chi riceve palla non vede movimento attorno a sé, creando un circolo vizioso che limita notevolmente la qualità della manovra di questa squadra. Nei primi 10 minuti il Manchester United riesce ad approfittarne con una buona aggressività a centrocampo, che permette alla squadra inglese di recuperare spesso il pallone e di provare le ripartenze in velocità.
Ma questa inerzia favorevole alla squadra di Ferguson dura appena 10 minuti, perché il Barcellona capisce che deve alzare la propria intensità di gioco per non soccombere contro il pressing avversario e in questo modo riesce a creare qualche brivido alla difesa di un Manchester United, che adesso sembra patire un po' anche sul piano psicologico per non aver sbloccato il match con quel calcio di rigore precedente. Oltretutto,
Edwin Van Der Sar appare anche abbastanza nervoso, come confermato da un paio di rinvii sbagliati in modo pericoloso con i piedi, che permettono qualche chance potenziale alla squadra avversaria, mentre sul versante sinistro della difesa dei Red Devils c'è una certa attenzione nella marcatura di Leo Messi che ogni tanto rischia di lasciare troppo spazio alle sovrapposizioni di un attivissimo
Gianluca Zambrotta, uno dei pochi a capire ogni tanto l'uso del movimento senza palla nella squadra di Rijkaard. Anche per questo motivo il gioco del Barcellona è fiacco e poco pungente, con una manovra insistita che non trova mai sbocchi, come confermato anche dalle zero occasioni reali create in tutto il primo tempo. La manovra degli azulgrana sembra appena appena più insidiosa quando i difensori servono subito i tre attaccanti con la palla a terra, perché i tre centrocampisti tendono sempre a rallentare il gioco e a rischiare di perdere palla sulla pressione avversaria: chi patisce di più è sicuramente Deco, il quale perde moltissimi palloni per imprecisione e anche per tentativi di invenzione poco supportati da una reale logica, mentre
Xavi non sembra proprio in vena di invenzioni, visto che probabilmente non sbaglia un passaggio per tutta la partita, in quanto si limita solo ai passaggini semplici della lunghezza massima di un metro, limitandosi al compitino ma senza mai incidere realmente. Di fatto, il regista più insidioso in questo primo tempo è paradossalmente
Marquez, al quale però vengono prese le misure nella ripresa infittendo gli spazi in cui passavano le sue verticalizzazioni basse. Un altro
“piano” del Barcellona riguarda la conquista di calci di punizione dal limite,

con una cerca tendenza insopportabile a cercare il contatto nei pressi dell'area di rigore, ma l'arbitro Busacca cade solo una volta in questa rete, non fischiando nulla nelle altre cinque occasioni capitate nei primi 20 minuti, finendo in questo modo a demoralizzare ogni tentativo di questo tipo e prendendo completamente in mano la partita.
Nonostante la difesa del Barcellona non appaia propriamente impenetrabile, il Manchester United si vede pochissimo in avanti, con il gioco che finisce per svolgersi tutto nella metà campo dei Red Devils, anche se il Barcellona non va quasi mai al tiro, con il solito difetto di essere troppo lento in certi uomini e in certi frangenti, come l'occasione del 25' minuto rivela in modo perfetto:
Brown perde malamente una palla e Xavi la recupera al limite dell'area per poi fermarsi e cercare un lezioso colpo di tacco per
Iniesta, il quale ha davanti una difesa che ormai si è riassestata e cerca un tiro a giro senza pretese che termina larga. Da una grande occasione potenziale si è finiti ad un tiro dalla bassissima pericolosità, sintomo delle condizioni attuali del Barcellona, magari discreto da vedere esteticamente (ma poi neanche tanto, perché la trottola di passaggi continui può avere effetti sonnolenti) ma quasi mai incisivo e cattivo in avanti.
Il Barcellona tiene il possesso del pallone per gran parte del tempo ma il gioco è sempre piatto, con il solo Messi capace di creare delle situazioni interessanti con un dribbling o un'accelerazione insidiosa, ma alla fin fine tutto finisce per perdersi in un bicchiere d'acqua.
Si ci aspetta un secondo tempo migliore e perlomeno inizialmente qualche occasione si intravede, come al 49' quando Zambrotta riprende un cross respinto e cerca la grande conclusione balistica da fuori area, ma trova Van Der Sar attento ad alzare in corner con grande calma.
In avvio di ripresa il Barcellona crea due grandi insidie ma in entrambi i casi le due occasioni vengono letteralmente gettate al vento perché chi è senza palla non fa alcun movimento e rimane pressoché fermo ad aspettare il miracolo divino, cosa che difficilmente può avvenire in una semifinale di Champions League: di certo, una grande squadra dovrebbe mostrarsi più organizzata in queste occasioni, ma al Barcellona tutto sembra casuale, quasi non ci fosse una vera organizzazione di squadra e tutto fosse ridotto ad un'accozzaglia di singoli allo sbaraglio. Il Manchester United, però, mostra qualche scricchiolio in difesa in quelle due occasioni pericolose create dagli spagnoli, ma via via la squadra di Ferguson riesce a riassestarsi. Il Barcellona ha comunque riscoperto l'uso del tiro e finisce per abusarne da fuori area, con delle conclusioni arrivate spesso fuori ritmo e quindi poi prevedibili per Van Der Sar.
I padroni di casa, però, creano la loro migliore occasione del match al 52': Messi taglia verso il centro e tocca in verticale e sul breve per Iniesta, il quale subito tocca di tacco a creare uno spazio per Eto'o sulla destra dell'area di rigore, con l'attaccante che cerca la conclusione verso il primo palo ma che non inquadra la porta.
Un minuto dopo arriva l'unica risposta del Manchester United: su corner respinto e da posizione decentrata sulla sinistra
Carrick prende palla, entra in area di rigore saltando netto l'uomo e calcia di potenza con il sinistro verso l'angolo più vicino, ma trova soltanto l'esterno della rete.
Il Manchester United è tutto schiacciato all'indietro e Cristiano Ronaldo rimane totalmente isolato in avanti: il portoghese mostra la volontà di ribaltare l'azione verso l'altra metà campo ma non trova mai grande appoggio sui compagni (
Rooney,
Park Ji-Sung e
Tevez spendono troppe energie in fase difensiva per essere poi incisivi in avanti) e quando prova a portare da solo il contropiede viene sempre chiuso da cinque o sei avversari, trovandosi quindi in una situazione abbastanza ingestibile. I Red Devils non riescono a fare molto neppure quando recuperano palla, perché non sembrano avere le idee chiare su come sfruttare queste palle in fase di impostazione e finiscono per perderne subito il possesso: oltretutto, il Manchester United sembra perdere palla da solo, perché non si può certo dire che il Barcellona abbia una grande intensità a centrocampo. Gli spagnoli continuano con le solite stucchevoli trame a basso ritmo che non li portano da nessuna parte, ma perlomeno nella ripresa vanno spesso alla conclusione da fuori.
Il Barcellona, poi, ha anche un grande fardello con cui convivere e riguarda l'allenatore, perché Rijkaard al 62' decide di privarsi del suo uomo migliore, Leo Messi, per inserire il giovane
Bojan Krkic. Questa è una scelta davvero poco condivisibile, almeno che l'argentino non sia dovuto uscire a causa di un leggero infortunio, cosa che comunque non è apparsa in diretta.
E' particolarmente curiosa la situazione che si crea sulla destra dell'attacco del Barcellona, dove l'ottimo Zambrotta riesce spesso a prendere il tempo su Park Ji-Sung nel movimento offensivo e nell'inserimento, ma i suoi compagni di squadra non se ne accorgono quasi mai e rendono vano il suo lavoro: questa è l'ennesima conferma dei tanti problemi di un Barcellona mai pungente. Il Manchester United dall'altro canto è poca cosa quando conquista palla, non riuscendo mai a guadagnare metri e a creare buone manovre, anche per una certa imprecisione mostrata da Carrick, anche lui troppo concentrato ad una fase di interdizione che comunque è apparsa funzionante soprattutto per i demeriti del Barcellona. La squadra catalana, inoltre, sembra aver perso l'unico spiraglio di imprevedibilità e di luce nel buio del gioco con l'uscita di Messi, diventando sempre più piatto, sempre più monotono, sempre più irritante.
L'ultima occasione arriva all'83', quando il neo entrato
Henry (davvero triste vederlo in questa squadra e con un ruolo del tutto marginale) prova l'azione personale sulla sinistra, con un dribbling stretto su Park Ji-Sung seguito da una conclusione da fuori, Van Der Sar risponde con i pugni rischiando qualcosina ma respingendo in modo efficace.
E allora dopo 90 minuti da consigliare solo a chi soffre d'insonnia, la partita si conclude con l'unico risultato possibile, uno 0-0 buio che obbliga il Manchester United a tentare la vittoria al ritorno. Prima, però, i Red Devils hanno da difendere la vetta della classifica in Premier League nel big match di sabato prossimo da giocare in casa del
Chelsea.
Il Barcellona può affrontare il viaggio di Old Trafford con il vantaggio di non dover perdere, ma adesso deve concentrarsi sul campionato perché ha un secondo posto da riconquistare, cominciando magari dalla difficile trasferta del Riazor, contro un
Deportivo La Coruna che appare in grandi condizioni di forma.
Barcellona-Manchester United 0-0
Barcellona (4-3-3): Victor Valdes sv – Zambrotta 7 Marquez 6,5 Milito 5 Abidal 6 – Deco 4,5 (77' Henry sv) Tourè 5,5 Xavi 5 – Messi 7 (62' Bojan 5) Eto'o 5 Iniesta 6
In panchina: Josè Pinto, Gudjohnsen, Sylvinho, Giovani, Thuram
Manager: Rijkaard 4,5
Manchester United (4-2-3-1): Van Der Sar 6 – Hargreaves 6,5 Ferdinand 6,5 Brown 6 Evra 6,5 – Carrick 5 Scholes 5,5 – Rooney 5,5 (76' Nani sv) Tevez 5 (85' Giggs sv) Park Ji-Sung 5 – Cristiano Ronaldo 5
In panchina: Kuszczak, Anderson, Pique, O'Shea, Silvestre
Manager: Ferguson 5,5
Arbitro: Massimo Busacca (Svizzera) 7,5
Ammoniti: Marquez (B), Hargreaves (MU)
Questi sono i risultati delle semifinali di andata di Champions League:
Martedì 22 Aprile:
Liverpool-Chelsea 1-1: 43' Kuyt (L), autogol Riise (L)
Mercoledì 23 Aprile:
Barcellona-Manchester United 0-0
Questo è il programma dei match di ritorno delle due semifinali di Champions League:
Martedì 29 Aprile:
ore 20.45
Manchester United-Barcellona (and. 0-0)
Mercoledì 30 Aprile:
ore 20.45
Chelsea-Liverpool (and. 1-1)
Nel weekend si torna però a pensare al campionato e questo è il programma della prossima giornata di Premier League:
Sabato 26 Aprile:
ore 13.45
Chelsea-Manchester United
ore 16.00
Birmingham City-Liverpool
Manchester City-Fulham
Sunderland-Middlesbrough
Tottenham-Bolton
West Ham-Newcastle
Wigan-Reading
Domenica 27 Aprile:
ore 14.30
Portsmouth-Blackburn
ore 17.00
Everton-Aston Villa
Lunedì 28 Aprile:
ore 21.00
Derby County-Arsenal