Più che «sfrattati» dal «loro» treno, si sono sentiti espropriati di un diritto di cittadinanza, privati della possibilità di muoversi liberamente. I cinquecento viaggiatori dell’Intercity plus 520 non nascondono la loro rabbia e a tratti lo sconcerto di una conclusione che ha premiato la prepotenza e la legge del più forte. «Siamo stati vittime dello squadrismo», dice Alessio P., un medico quarantenne che doveva raggiungere Genova a conclusione delle vacanze sulla Costiera. «Ci hanno cacciato via senza che potessimo opporre alcunché. Impotenti come i ferrovieri e gli agenti che sembravano in balia di questi padroni del treno. Feroci e fuori di testa come chi fa uso di sostanze stupefacenti». «Una scena incredibile», racconta Cinzia V., in viaggio con due bambini: «Ho avuto finanche paura di scendere dal treno, di fronte a centinaia di tifosi che inveivano pretendendo di salire, in un'atmosfera che è facile immaginare. Mi sembrava un film dell’orrore, l’unica cosa a cui ho pensato è stato solo di mettere in salvo i miei figli. Ho gridato, chiesto aiuto, ma in pratica ci hanno gettato giù dal treno». Piange Anna R. sul marciapiedi della Stazione Centrale in attesa del nuovo convoglio che la porti a Genova per una visita al Gaslini del proprio figlioletto. “Ho cercato di spiegare – dice tra le lacrime Anna –, ho esibito anche le cartelle cliniche di mio figlio. Niente. Qualcuno ha cercato di aiutarmi, di farmi restare nella carrozza dell’Intercity, ma la gran parte neppure sentiva le mie ragioni. Cuori di pietra, altro che appassionati di sport. Io so che lo sport è umanità, ma questi sono solo fanatici che non sentono il richiamo del cuore, il senso della pietà. Così sono scesa anch’io quando, dopo le urla, sono arrivati i ferroviari a chiederci di lasciare a loro il treno”. Anche Maria M. trova a stento le parole per spiegare come è finita in una mattinata d’inferno. “Dovevo raggiungere mia madre a Torino. Era andata a far visita a mio fratello, voleva trascorrere le vacanze con i nipotini ma poi è stata colpita da un ictus. È assurdo quello che è accaduto. Fino a stamani quando mio fratello mi diceva di lasciare Napoli gli rispondevo che non l'avrei mai fatto ma, a questo punto... Anche il calcio qui è diventato un problema: meglio scappare da questa città”. “Sono dei maf.iosi – taglia corto una signora con i capelli rossi che deve raggiungere Aosta – e io mi vergogno di essere italiana”. Fermo sul marciapiedi, sconcertato più che arrabbiato , c’è anche un gruppetto di turisti olandesi che doveva recarsi a Genova per una visita all’Acquario e l’imbarco su una nave da crociera. “Questi sono hooligans – dice Pete R. -, dei ribelli che usano il calcio a pretesto della loro ferocia. Assurdo quello che hanno combinato, come fate a tollerarlo? Anche da noi c’erano i violenti del calcio, ma ora quei brutti ceffi sono solo un ricordo. A Napoli invece si è permesso a gente con il volto coperto di cacciare i viaggiatori muniti di regolare prenotazione”.concedere un'apertura di credito importante alle tifoserie, andando a "vedere" sul campo il loro senso di responsabilità.
FERITI - Il risultato di dieci feriti tra le forze dell'ordine della capitale (sette poliziotti, tre carabinieri) e tre steward finiti in ospedale, lascia facilmente intuire che il Comitato per la sicurezza, riunito anche ieri fino a tarda sera, decida per il divieto alle prossime trasferte. Davanti allo stadio Olimpico accoltellato anche un tifoso napoletano, mentre in tre sono stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Non è finita, il peggio infatti era accaduto a Napoli in mattinata e si è ripetuto in serata a Termini. Un primo gruppo di cinquecento tifosi era riuscito a partire in maniera più o meno tranquilla attorno alle otto e trenta. Il resto affollava la stazione (blindata da cinquecento poliziotti) Garibaldi in attesa dell'Intercity numero 586 delle 9 e 24. Ressa e spintoni, ma tutto sotto controllo. Poi, quando un tifoso azzurro è stato colto da malore e anche i poliziotti si sono dati da fare per soccorrerlo, gli altri approfittando della confusione hanno tentato di forzare il blocco e raggiungere i binari. Momenti di tensione e soprattutto subito la rissa anche all'interno della tifoseria stessa.
TRENO IN RITARDO - C'è voluto l'intervento del questore, Antonino Puglisi, che è arrivato in stazione in poco meno di dieci minuti per ristabilire una parvenza di normalità. L'Intercity in partenza per Roma e diretto a Torino è partito con oltre due ore di ritardo ed è stato svuotato di 250 passeggeri ai quali è stata data l'opportunità di viaggiare su altri convogli messi a disposizione da Trenitalia. Lasciata la stazione Garibaldi, i tifosi benchè scortatissimi si sono dati a vandalismi di ogni tipo. Trenitalia fa sapere che ci sono stati danni in tutte e quindici carrozze, per un ammontare di cinquecentomila euro, oltre a tre ferrovieri contusi. Il folto gruppo di supporter azzurri è giunto allo stadio Olimpico con molto ritardo, l'ingresso in campo c'è stato all'inizio del secondo tempo. Dagli spalti, fumogeni e petardi. I filmati chiesti dal Viminale consentiranno di individuare i responsabili, e dovrebbero convinceranno il governo ad evitare altre trasferte. La decisione è assolutamente nell'aria.
Fonte: (Corriere del Mezzogiorno)