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Ancora la "Battle of Britain" con il Celtic!

28/08/2008

Sorteggio duro per i Reds, che trovano nuovamente il Lione, mentre urna dolce per Arsenal, Chelsea e Manchester United

L’urna di Monaco ha formato gli otto gironi che comporranno la prima fase di Champions League e per squadre forti come le quattro inglesi le preoccupazioni possono essere soltanto relative, visto che questi club devono essere in grado di affrontare qualsiasi avversario. Per questo motivo, era difficile trovare gironi davvero complicati già in partenza per le top four inglesi, anche se dalla quarta e ultima urna c’era un avversario che avrebbe sicuramente reso molto temibile il raggruppamento e quello era l’Atletico Madrid.

Il raggruppamento più complicato di tutti, infatti, è il Gruppo D, che vede la presenza del Liverpool: dopo aver superato con grande fatica il turno preliminare contro lo Standard Liegi, i Reds sanno già che dovranno migliorare in fretta il proprio livello di gioco, perché il tasso tecnico del gruppo di Champions League sulla carta è abbastanza alto, in quello che è il vero girone di ferro di questa stagione. Sarà assolutamente da non perdere il ritorno di Fernando Torres al Vicente Calderon, visto che i Reds hanno pescato proprio l’Atletico Madrid, la squadra che ha lanciato il Niño per poi cederlo a suon di sterline al Liverpool e conquistare il tanto agognato ritorno in Champions League proprio una volta ceduto il capitano, questo perché Javier Aguirre è riuscito a costruire una squadra di buonissimo livello, riuscendo a consacrare definitivamente al grande calcio la giovane punta argentina Sergio Aguero, vera e propria stella di un attacco che può contare anche sull’ex capocannoniere della Liga, ovvero Diego Forlan, uno dei tanti elementi con un passato nel calcio inglese che militano nei Colchoneros, visto che ha indossato per due stagioni la maglia del Manchester United, senza esaltare più di tanto ma trovando la sua reale dimensione in Spagna, migliorando sensibilmente il suo rapporto con il gol. A rendere ancora più interessante la prima linea c’è anche il neoacquisto Florent Sinama-Pongolle, francese lanciato proprio dal Liverpool e che però è stato lasciato partire troppo facilmente dai Reds, finendo poi per fare bene con la maglia del piccolo Recreativo Huelva e approdare ad un ottimo club come l’Atletico Madrid. L’ex che verrà sicuramente più acclamato ad Anfield però sarà Luis Garcia, che a Liverpool ha passato tre anni molto intensi, vincendo da protagonista FA Cup, Community Shield, Supercoppa Europea e, soprattutto, la Champions League del 2005, quando realizzò dei gol fondamentali contro la Juventus ai quarti (strepitoso tiro dalla distanza) e l’unico della doppia sfida della semifinale contro il Chelsea. Il Liverpool ritrova nel girone un’altra squadra non certo comoda come il Marsiglia, dopo la doppia sfida nel girone della scorsa stagione che vide i francesi andarsi ad imporre ad Anfield grazie ad una splendida prestazione e ad una grande rete di Mathieu Valbuena, complicando una qualificazione che i Reds dovettero conquistare in un vero e proprio scontro diretto giocato nell’ultimo turno del girone al Velodrome, che però fu stravinto dagli uomini di Benitez. Rispetto all’anno scorso, il Marsiglia di Eric Gerets è molto cambiato e s’è anche discretamente rinforzato: ha perso Samir Nasri (approdato all’Arsenal) ma l’ha sostituito con un altro grande talento come Hatem Ben Arfa, ha reso più efficace l’attacco con l’innesto di Bacary Konè e sembra anche aver stabilizzato un po’ la difesa. Bisognerà capire se questo basterà ai francesi per passare il turno puntando anche su un altro ex del Liverpool come Boudewijn Zenden, mentre a centrocampo è sempre molto importante l’apporto di Benoit Cheyrou, fratello di quel Bruno Cheyrou che giocò anche al Liverpool senza entusiasmare. A rendere ancora più complesso il girone ci pensa il PSV Eindhoven, estratto dalla seconda fascia e che sembra essersi un po’ indebolito dopo l’ultimo mercato e che in panchina s’è affidato ad un tecnico esperto come Huub Stevens, reduce da una stagione altalenante all’Amburgo. Anche gli olandesi possono disporre di un ex Reds, ovvero Jan Kromkamp, terzino che non riuscì ad ambientarsi ad Anfield e che risultò abbastanza negativo nei pochi mesi che passò in Inghilterra. Non eccezionale anche l’esperienza inglese per il portiere Andreas Isaksson, che ha da poco lasciato il Manchester City per approdare al Phillips Stadion.

Ad animare il Gruppo E sarà la “Battle of Britain”, visto che si ritroveranno di fronte i campioni d’Inghilterra e di Scozia, ovvero il Manchester United detentore della Champions League e il Celtic di Gordon Strachan, squadra che dopo l’ultimo mercato sembra essere un po’ meno forte (in particolare a livello internazionale) ma che sarà sempre molto temibile da affrontare al Parkhead. Sono tanti gli ex del calcio inglese che possiamo ritrovare nella rosa degli Hoops, tra cui anche il più importante acquisto stagionale, ovvero Shaun Maloney, arrivato da qualche giorno dall’Aston Villa. Il girone non dovrebbe essere molto complicato per i Red Devils, anche se oltre agli scozzesi sarà bene stare attenti anche al Villarreal, che al ritorno in Champions League dopo la straordinaria semifinale del 2006 ritrova il Manchester United, che affrontò proprio nel girone iniziale di quella competizione, in due match finiti entrambi 0-0: fu un girone nefasto per i Red Devils, che chiusero con soli 6 punti e dietro anche a Benfica e Lilla, uscendo prematuramente dalla stagione europea. Oltretutto, la partita del Madrigal è ancora presente nelle memorie dei tifosi dei Red Devils, perché vide l’arbitro danese Kim Milton Nielsen (uno che quando vedeva Inghilterra perdeva la testa, visto che fu anche il direttore di gara di Argentina-Inghilterra quarto di finale dei Mondiali del ’98, quello dell’espulsione di David Beckham) espellere un nervosissimo Wayne Rooney, anche se va ricordato come (questa volta) l’espulsione fosse abbastanza giustificata. Sarà sicuramente di grande effetto rivedere Robert Pires sfidare il Manchester United, per tornare indietro nel tempo e ricordare i grandi duelli tra Arsenal e Red Devils di questo inizio millennio (ex Gunners è anche Pascal Cygan, giocatore molto meno memorabile), ma soprattutto ci sarà il grande ritorno di Giuseppe Rossi ad Old Trafford, attaccante che probabilmente Ferguson ha fatto partire troppo in fretta: l’italiano non ha mai avuto grande spazio in Inghilterra, ma considerando le tante complicazioni che il Manchester United si sta trovando ad affrontare per acquistare Dimitar Berbatov dal Tottenham, viene da pensare a posteriori che forse Rossi sarebbe stato un ottimo ricambio in attacco. Probabile fanalino del girone è l’Aalborg, squadra campione di Danimarca in carica e che da qualche mese è allenata dallo scozzese Bruce Rioch, ex nazionale scozzese da giocatore e che ha diretto molte squadre inglesi, tra cui proprio l’Arsenal: di fatto, fu lui che traghettò i Gunners dall’era di George Graham a quella (ancora in corso) di Arsene Wenger. In realtà, Graham era stato esonerato già a Febbraio del ’94 (dopo lo scandalo nato da un pagamento illegale che accettò dal procurato Rune Hauge) e la stagione fu portata a termine da Steve Burtenshaw, ingaggiato ad interim prima che i Gunners si affidassero proprio a Rioch, il quale durò solo un anno perché poco prima dell’inizio della stagione 96/97 allo scozzese venne dato il benservito, dovuto anche a dei dissidi avuti con la grande stella Ian Wright, per quell’Arsenal che iniziò la stagione con due manager ad interim (Stewart Houston per 6 partite e poi per altri quattro match Pat Rice, storico terzino dei Gunners ancora presente nello staff della squadra come assistente di Wenger) per poi affidarsi ad un francese proveniente da una esperienza in Giappone, ovvero Arsene Wenger. In tutto questo, comunque Rioch riuscì a lasciare un’impronta importantissima all’Arsenal, visto che fu lui a portare in Inghilterra quel fuoriclasse olandese che risponde al nome di Dennis Bergkamp. Sarà lui il personaggio della sfida, per un Aalborg che non ha certo dei fuoriclasse in rosa e che punta sull’apporto dell’esperto esterno Siyabonga Nomvethe, storico nazionale sudafricano, mentre in attacco potrebbe trovare spazio anche Marek Saganowski, punta di proprietà del Southampton e in prestito alla società danese, proveniente però da una stagiona abbastanza disgraziata. Altro volto non nuovo è quello di Andreas Johansson, che tra il 2005 e il 2007 ha giocato per il Wigan, senza lasciare particolari impronte.

Alla portata anche il Girone A per il Chelsea, che non dovrebbe avere problemi a portare a casa il primo posto. L’avversario più temibile è la Roma, club ormai succube dell’Inter nel campionato italiano e che ormai sembra cullarsi troppo dello status di “squadra bella” (rispetto alle medie italiane). Luciano Spalletti però è un bravo tecnico che può inventarsi qualcosa per imbrigliare il Chelsea, puntando anche su chi il calcio inglese un po’ lo conosce, come Christian Panucci, che per qualche mese indossò proprio la maglia dei Blues: era però un periodo nero della sua carriera, anche se da lì a poco il difensore si sarebbe rilanciato proprio nella capitale italiana. Qualche mese in Inghilterra anche per Vincenzo Montella, mai ambientatosi al Fulham, mentre Julio Baptista “giocò” una stagione con la maglia dell’Arsenal, mostrando però prestazioni sempre largamente insufficienti, anche se fu a suo modo decisivo nello spegnere le speranze del Chelsea nella Premier League di due anni fa: i Blues approdarono all’Emirates Stadium con due partite ancora da giocare e l’obbligo di vincere per non impedire che il Manchester United potesse vincere il titolo già dopo quella partita (rendendo inutile lo scontro diretto che si sarebbe giocato poi in settimana), ma il brasiliano influì guadagnandosi il rigore del momentaneo vantaggio dei Gunners e la susseguente espulsione di Boulahrouz, con il Chelsea che poi riuscì soltanto a pareggiare, dando il là alla festa dei Red Devils. Sicuramente maggiore il legame inglese per Simone Perrotta, che è nato ad Ashton-under-Lyne, nella zona di Manchester, ma che è italiano a tutti gli effetti, mentre John Arne Riise ha un passato agrodolce con il Chelsea: il norvegese ha vestito per sette anni la maglia del Liverpool, diventando un po’ la bestia nera dei Blues, mettendo a segno contro il Chelsea gol importanti, soprattutto in una semifinale di FA Cup e successivamente in un Community Shield, entrambi vinti dai Reds. Il ricordo più vicino, però, è molto negativo per il norvegese, che nella semifinale d’andata della Champions League dello scorso anno mise a segno un clamoroso autogol al 94’ minuto che diede al Chelsea di Avram Grant un pareggio fondamentale. Da tenere d’occhio anche il Bordeaux, squadra in grande crescita e che quest’anno potrebbe contendere il titolo francese al Lione (ormai dominatore in questo campionato), trascinato soprattutto dal grande lavoro di Laurent Blanc in panchina, con un passato anche con la maglia del Manchester United. La stella è Fernando Cavenaghi, argentino che ha saputo rilanciarsi alla grande allo Stade Chaban Delmas, dopo un’esperienza infelice allo Spartak Mosca. Passato non felicissimo in Inghilterra per la punta David Bellion, visto in terra d’Albione con le maglie di Sunderland, Manchester United e West Ham. Chiude il girone il vero outsider, ovvero il Cluj, squadra che lo scorso hanno ha conquistato il primo titolo rumeno e che probabilmente affronterà come un sogno la possibilità di affrontare una squadre importante come il Chelsea. Il tecnico è Ioan Andone, 48enne con un buon passato da difensore, visto che ha vestito varie volte la maglia della Nazionale rumena, mentre sul piano tecnico sembra difficile che la sua squadra possa impensierire i Blues.

Infine, probabilmente il Girone G è quello meno rilevante sul piano tecnico (insieme a quello B probabilmente), visto che l’Arsenal non dovrebbe avere grosse difficoltà a conquistare il passaggio del turno, mentre le altre tre si giocheranno l’altro posto valido per gli ottavi di finale. Forse la squadra più ostica è il Fenerbahce, avversario fastidioso da affrontare soprattutto in trasferta, con il Sukru Saracoglu che sa essere uno stadio molto caldo e a volte anche abbastanza intimidatore nei confronti delle squadre avversarie. La squadra turca s’è rinnovata abbastanza dopo esser arrivata seconda nell’ultimo campionato ed essersi fermata ai quarti di finale di Champions League (eliminata dal Chelsea), cambiando pure il proprio tecnico: partito Zico, sulla panchina del club è arrivato Luis Aragones, fresco del titolo di campione d’Europa conquistato in estate con la Spagna. Il tecnico spagnolo non ha un gran rapporto con l’Arsenal e i suoi componenti, visto che in passato si lasciò andare in affermazioni razziste verso Thierry Henry per caricare un Josè Antonio Reyes che ai tempi era compagno del fenomeno francese ai Gunners e riportò tutto, facendo nascere una serie di polemiche su un tecnico anche molto particolare nelle proprie scelte, come quella di non concedere una maglia da titolare a Cesc Fabregas negli ultimi Europei, nonostante la grande stagione e il buon periodo di forma del catalano. Il nuovo bomber è Daniel Guiza, fresco del titolo di Pichichi ottenuto nella scorsa Liga, mentre da temere è anche la fantasia del brasiliano Alex. Nella rosa turca spicca anche la presenza di Roberto Carlos, ormai in fase calante di carriera ma che potrebbe ancora essere pericoloso con il suo sinistro straordinario, mentre molto noto è anche il difensore centrale Diego Lugano, uruguaiano dal gioco eccessivamente sporco. Nel corso del mercato estivo è arrivato anche Emre Belozoglu, reduce da tre stagioni in chiaroscuro al Newcastle e accusato di tradimento dai tifosi del Galatasaray, squadra che lo fece crescere e che lo lanciò e che è grande rivale del Fenerbahce. Infine, inglese di nascita ma turco di nazionalità è Colin Kazim-Richards, che ha indossato le maglie di Bury, Brighton e Sheffield United, disputando con le Blades la Premier League. L’Arsenal ritrova nel proprio girone il Porto, dopo che le due squadre passarono il turno a braccetto, anche troppo perché si affrontarono nell’ultimo match allo Estadio Do Dragao e scelsero di non farsi male, accontentandosi dello 0-0 per passare il turno entrambe e non rischiare l’eliminazione, con il CSKA Mosca che poteva approfittare della sconfitta dell’una o dell’altra squadra. I Dragoes non dovrebbero neppure partecipare a questa Champions League, ma sono stati riammessi recentemente, dopo che uno scandalo interno di corruzione che visto come protagonista principale proprio il Porto aveva finito per escludere la squadra dal massimo torneo continentale: infine, il caso s’è risolto con le solite pseudo-condanne che sono state copiate dal calcio italiano, con il Porto che ha subito una penalizzazione nello scorso campionato, quando ormai la squadra di Jesualdo Ferreira aveva dominato la stagione e conquistato il titolo con tanti punti di vantaggio, per una vicenda che di certo ha fatto perdere la faccia al calcio portoghese. Questo scandalo ha un po’ influito sul calciomercato del Porto, che sul piano puramente tecnico sembra essere meno insidioso rispetto allo scorso anno. A chiudere il girone è la Dinamo Kiev, che deve assolutamente riscattarsi dalla pessima Champions League giocata lo scorso anno, quando gli ucraini furono troppo brutti per essere veri: difficilmente quelle prestazioni verranno ripetute, ma pare anche difficile che l’undici di Yuri Semin possa conquistare il passaggio del turno. La stella della squadra è sempre Artem Milevskiy, giovane punta dai grandi mezzi fisici e tecnici ma che deve migliorare il proprio apporto sottoporta.


Questo è quindi il quadro dei gironi sorteggiati dall’urna di Nyon per la prima fase di Champions League:

Girone A:
Chelsea (Inghilterra)
Roma (Italia)
Bordeaux (Francia)
Cluj (Romania)

Girone B:
Inter (Italia)
Werder Brema (Germania)
Panathinaikos (Grecia)
Anorthosis (Cipro)

Girone C:
Barcellona (Spagna)
Sporting Lisbona (Portogallo)
Basilea (Svizzera)
Shaktar Donetsk (Ucraina)

Girone D:
Liverpool (Inghilterra)
PSV Eindhoven (Olanda)
Marsiglia (Francia)
Atletico Madrid (Spagna)

Girone E:
Manchester United (Inghilterra)
Villarreal (Spagna)
Celtic (Scozia)
Aalborg (Danimarca)

Girone F:
Lione (Francia)
Bayern Monaco (Germania)
Steaua Bucarest (Romania)
Fiorentina (Italia)

Girone G:
Arsenal (Inghilterra)
Porto (Portogallo)
Fenerbahce (Turchia)
Dinamo Kiev (Ucraina)

Girone H:
Real Madrid (Spagna)
Juventus (Italia)
Zenit San Pietroburgo (Russia)
Bate Borisov (Bielorussia)

Questo è il calendario della fase a gironi di Champions League per lo United (tra parentesi: “H” indica un match casalingo, “A” un match esterno).

Manchester United (Girone E):
Villarreal (H)
Aalborg (A)
Celtic (H)
Celtic (A)
Villarreal (A)
Aalborg (H)

A cura di:
Silvio Di Fede

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Classifica

Squadra
Giocate
Punti
1
Manchester United
21
47
2
Liverpool
21
46
3
Chelsea
22
45
4
Aston Villa
22
44
5
Arsenal
22
41
6
Everton
21
35
7
Wigan Athletic
22
31
8
Hull City
22
27
9
Fulham
19
26
10
West Ham United
21
26
11
Manchester City
21
25
12
Bolton Wanderers
22
23
13
Newcastle United
22
23
14
Sunderland
22
23
15
Portsmouth
20
23
16
Blackburn Rovers
21
21
17
Middlesbrough
22
21
18
Stoke City
22
21
19
West Bromwich Albion
22
21
20
Tottenham Hotspur
21
20

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Partita
Risultato
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