
Il gallese diventa il nuovo manager dei Citizens e lascia il Blackburn, che ora potrebbe ripiegare su Sam Allardyce
I tifosi del Manchester City avranno preso con piacere la notizia arrivata in giorno: il nuovo manager dei Citizens non è un nome di prestigio ma che magari non ha uguale qualità in panchina, ma è un tecnico che negli ultimi anni ha dimostrato di saper svolgere benissimo il ruolo, ovvero Mark Hughes. Il Manchester City allora si assicura uno dei migliori manager inglesi a disposizione e può puntare ad un progetto ad ampio raggio, visto che il gallese ha firmato un contratto triennale, sperando però che il proprietario Tahksin Shinawatra non si stufi di lui dopo una stagione, come già successo con Sven Goran Eriksson.
Mark Hughes è nato nel Novembre del 1963 e ha avuto una grandissima carriera da calciatore, segnando maree di gol e vincendo altrettanti trofei, in particolare con la maglia dell’altra squadra di Manchester, ovvero lo United con cui ha giocato i primi 6 anni della propria carriera (dal 1980 al 1986), per poi tornare nel 1988 dopo aver giocato con Barcellona e Bayern Monaco per giocare altre 7 stagioni con i Red Devils. Se nella prima esperienza ad Old Trafford il gallese aveva vinto soltanto una FA Cup (nel 1985 ai supplementari contro l’Everton), nella seconda con Sir Alex Ferguson in panchina Hughes ha potuto gioire per la vittoria di due Premier League, altre due FA Cup, una League Cup, due Charity Shield (il vecchio nome della Supercoppa d’Inghilterra, ora diventata Community Shield) e una Coppa delle Coppe, il tutto sempre da assoluto protagonista. Successivamente, Hughes passò al Chelsea dove formò una splendida coppia d’attacco con Gianfranco Zola e vinse una FA Cup con Ruud Gullit in panchina e poi una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea sotto la guida di Gianluca Vialli. Il centravanti gallese chiuse la propria carriera con le maglie di Southampton, Everton e Blackburn e con i Rovers ebbe modo di alzare l’ultimo trofeo della sua carriera di calciatore, la League Cup del 2002.
La sua carriera da calciatore si concluse proprio nel 2002, ma già da 3 anni Hughes era diventato il ct del Galles, che prese in mano nel pieno di una crisi molto problematica e riuscì a fare crescere fino a sognare una clamorosa qualificazione per Euro 2004, qualificazione sfumata solo agli spareggi contro la Russia: quegli Europei sarebbero potuti essere il primo e unico grande evento giocato da un giocatore fenomenale come Ryan Giggs con la propria Nazionale. Finita l’esperienza con il Galles, Hughes venne ingaggiato proprio dalla squadra con cui concluse la carriera da calciatore, ovvero il Blackburn: in 4 anni di gestione, il gallese ha portato i Rovers in posizioni tranquille di classifica, nonostante un budget sempre sottomedia rispetto a quello delle altre squadre di Premier League.
Il suo Blackburn non ha mai regalato un gioco spettacolare, ma è diventato una squadra arcigna da affrontare per qualsiasi avversario e probabilmente Hughes proverà a trasformare in questo modo anche il Manchester City: Shinawatra, quindi, non deve aspettare uno spettacolo di molto migliore rispetto a quello che proponeva Eriksson e dovrà avere pazienza e fiducia nelle qualità del suo manager.
Nel Maggio del 2009 Hughes aveva firmato un contratto fino al 2009 con il Blackburn, ma la stessa società aveva dato al gallese il permesso di trattare con il Manchester City, comportandosi quindi nel modo più signorile possibile nei confronti del loro ex dipendente. Adesso, però, i Rovers hanno il compito di non far rimpiangere il lavoro di Hughes e sembrano già vicini all’accordo definitivo con Sam Allardyce, un manager che deve sicuramente rilanciarsi dopo una stagione mediocre con il Newcastle: l’ex manager del Bolton appare di gran lunga il favorito per la successione di Hughes, ma nelle ultime ore è spuntato anche il nome di Steve McClaren, l’ex ct della Nazionale inglese.
A cura di:
Silvio Di Fede