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Il Manchester United passeggia sulle macerie create da Poortvliet

05/01/2009
FA Cup
Terzo Turno di FA Cup
Southampton - Manchester United
0-3
 
FA Cup: un Southampton davvero in disarmo permette ai Red Devils di vincere facilmente e fare 90 minuti di accademia

Come sempre succede, tutte le squadre che hanno partecipato al terzo turno di FA Cup hanno dovuto sudare e combattere per ottenere la vittoria, in particolare le squadre di Premier League che hanno affrontato club di divisione inferiore che hanno messo la partita sul piano dell’agonismo e hanno fatto faticare team di caratura superiore: questo è successo su tutti i campi tranne al St Mary’s, dove il Manchester United ha fatto uno show di 90 minuti, approfittando di un Southampton che come prevedibile ha pagato la differenza di tasso tecnico ma che non ha provato nessuna via alternativa come agonismo e dinamismo per nasconderla e combattere, perdendo la partita in modo del tutto “normale” senza provare a spingersi oltre l’ostacolo come nel classico spirito della FA Cup. Quella che s’è vista in campo è invece stata una squadra totalmente disorganizzata e senza neppure un piano di gioco, tutta colpa evidentemente del manager Jan Poortvliet, perfetto sconosciuto che la dirigenza dei Saints ebbe la brillante idea di andare a caricarsi dall’Olanda in modo misterioso, lasciandosi sfuggire quel Nigel Pearson che aveva portato la squadra ad una salvezza piuttosto complicata e che adesso sta guidando molto bene il Leicester nonostante un ambiente sempre molto caldo, portano in Inghilterra questo tecnico che di recente aveva diretto Telstar e Helmond Sport: il 53enne ex difensore del PSV Eindhoven è arrivato con la fama di mago con i giovani, ma ha talmente estremizzato questo concetto mandando pressoché allo sbaraglio in campo ragazzini di ogni età, mandando in prestito a squadre di Championship adesso meglio piazzate in classifica come Grzegorz Rasiak, Stern John e Nathan Dyer, uno spreco piuttosto incredibile. Il Southampton non è riuscito a sfruttare lo spirito della FA Cup per evidenziarsi in una prestazione di orgoglio, anche perché probabilmente il tecnico preso dall’Olanda non sa nemmeno cosa sia la magia della FA Cup, visto che ha scelto un atteggiamento rinunciatario e cattivo che nulla c’entra con lo spirito della competizione, che nulla c’entra con il calcio inglese: c’era allora bisogno di andarsi a prendere dall’Olanda questo presunto “mago” abile soltanto a polemizzare con l’arbitro? Il match di questo pomeriggio mostra allora perché il Southampton ha un cammino terribile in casa in campionato: Poortvliet ha tolto ogni identità alla squadra, che così gioca a caso e ottiene qualche risultato in trasferta probabilmente perché può sfruttare la velocità degli attaccanti in contropiede, ma senza un’idea di gioco non si va avanti e il penultimo posto in Championship è lì a dimostrarlo e a spiegare che con questo tecnico in panchina la squadra è destinata ad una retrocessione in League One che sarebbe ingenerosa, visto che parliamo di un club glorioso che per 27 anni consecutivi è stato nella massima serie inglese nonostante mezzi economici limitati, un club che non merita un manager del genere e che andrebbe affidato ad un tecnico autoctono, che meglio conosce l’identità della squadra. Chiaramente, era molto difficile fare risultato contro il Manchester United, ma Poortvliet aveva l’obbligo di salvare la faccia e invece ha messo in campo una squadra subito preparata ad esser travolta da una valanga senza provare nemmeno a salvare la dignità: c’è modo e modo di perdere e in FA Cup le squadre perdono con molto più onore. Senza alcuna opposizione dell’avversario, il Manchester United ha dominato in lungo e in largo, salvando anche le gambe sulle entratacce volute da Poortvliet (che poi ha avuto pure la faccia di piagnucolare con l’arbitro dopo l’indiscutibile espulsione di Matthew Paterson) e quantificando il dominio con tre reti firmate da Danny Welbeck, Nani e Darron Gibson, con la squadra di Ferguson che però avrebbe potuto mettere a segno almeno il doppio di gol se solo avesse voluto essere più cattiva sotto rete.

Il Southampton scende in campo con un 4-4-1-1 che vede McGoldrick arretrare la posizione per supportare il centrocampo e lasciare Paterson come unica punta: l’età media dei Saints è molto bassa, con in campo anche elementi con una manciata di presenze in prima squadra come l’esterno Oscar Gobern (classe ’91) e il difensore centrale Oliver Lancashire, non certo una grande idea per affidare i Campioni d’Europa. Il Manchester United lascia a riposo Cristiano Ronaldo e Scholes e fa partire Rooney dalla panchina, ma presenta comunque una formazione di altissimo livello, con diversi titolari e con una chance importante per il 18enne Danny Welbeck.

Il Manchester United tiene da subito molto il pallone ma sembra iniziare con ritmi troppo blandi, per poi tornare a giocare con intensità più adatta dopo poco più di 10 minuti. Il Southampton fa un pressing timido e appare pressoché rinunciatario.

I Red Devils capiscono che la difesa dei Saints è tutt’altro che irresistibile al 17’, con una grande combinazione al limite dell’area: Nani chiede uno scambio a Berbatov che gli ritorna palla col tacco aprendogli grande spazio per il tiro, ma il portoghese calcia poco angolato e il portiere Kelvin Davis può respingere bene.

La squadra di Ferguson deve però attendere solo fino al 20’ per passare il vantaggio: corner da sinistra battuto da Nani, O’Shea si libera troppo facilmente dalla marcatura di Lancashire e incorna da distanza ravvicinata, Davis ha un grande riflesso per deviare la palla sulla traversa ma sulla respinta è un gioco da ragazzi per Welbeck appoggiare in rete a porta sguarnita per lo 0-1, approfittando anche di un leggero fuorigioco non segnalato erroneamente dal guardalinee.

Il Manchester United sembra affondare come vuole, anche perché centralmente la difesa del Southampton è sempre mal piazzata, con Chris Perry sembra in affanno ma soprattutto con un disastroso Oliver Lancashire, che non azzecca un intervento, è sempre mal piazzato e viene superato sempre facilmente dagli avversari; un tecnico decente avrebbe capito subito che il 20enne era in totale imbarazzo e lo avrebbe sostituito subito per evitargli la figuraccia, ma Poortvliet oltre a non conoscere lo spirito della FA Cup non capisce nulla neppure della condizione psicologica dei suoi giocatori (meno male che era un “mago” con i giovani!) e lo tiene in campo fino alla fine, costringendolo ad un pomeriggio da incubo. Il Southampton è allo sbando e sembra in campo solo per farsi demolire, con il centrocampo che fa solo una leggera opposizione perché non pressa, non ha dinamismo e non aggredisce: schierare una squadra in questo modo è un crimine e la partita è un vero e proprio monologo dei Red Devils.

Al 28’ Giggs tocca in diagonale, Carrick fa velo e poi si inserisce a ricevere l’assist di prima di Berbatov approfittando anche dell’immobilità di Lancashire, il mediano ex Tottenham salta il portiere ma arriva l’intervento in tackle disperato di Perry a creare un rimpallo che manda il pallone incredibilmente fuori di poco a porta vuota.

A rendere ancora peggiore il pomeriggio dei Saints al 36’ ci pensa Paterson con un intervento con il piede a martello e a gamba alta a centrare in pieno la tibia di Vidic a contendere un pallone vagante: l’arbitro Riley decide giustamente di estrarre il cartellino rosso diretto, ma da questo momento in poi non ci capisce più nulla e combinerà solo disastri, facendo indispettire i tifosi di casa. Adesso è McGoldrick a fare l’unica punta.

Il monologo diventa sempre più evidente: nel primo minuto di recupero del primo tempo Nani si muove a liberarsi sulla destra e dopo aver ricevuto palla crossa basso, Welbeck prende il tempo al proprio marcatore e devia verso il primo palo, ma Davis ha un grande riflesso col piede e devia in corner. Davvero convincere la prova della 18enne punta dei Red Devils.

In avvio di ripresa la partita si chiude, anche se in modo controverso: al 48’ Nani batte una punizione dal limite, McGoldrick in barriera alza in maniera eccessiva il braccio ma alla fine colpisce il pallone con la nuca, ma Riley ha un vero e proprio abbaglio e concede il rigore, facendo ulteriormente arrabbiare i Saints, che stavolta però protestano giustamente. Dal dischetto Nani piazza con freddezza il rigore sulla destra e firma lo 0-2.

Il Southampton continua a giocare con la mentalità sbagliata e sembra più avere la concentrazione sull’arbitro che non sulla partita, come evidenziato al 49’: Anderson vince in contrasto con Lloyd James in qualche modo e tutti i Saints si fermano a protestare, Welbeck allora può controllare e girare facilmente di sinistro ma trova un altro grande intervento di Davis a mandare in corner.

Ormai è pura accademia per il Manchester United, che fa allora quello che vuole in campo e di tanto in tanto cerca la via della rete, in una partita entrata ormai in pieno garbage time. E’ un match che dopo un primo tempo dominato dalla mobilità di Michael Carrick nella ripresa regala grande confidenza a Dimitar Berbatov, vero e proprio fulcro della fase offensiva dello United e che delizia gli occhi di tutti con giocate di grande classe: il bulgaro scende in campo per ricamare tutto quello che passa nei suoi paraggi, toccando quasi tutti i palloni arrivati tra i suoi piedi con l’esterno.

Lo United ha tante occasioni per rendere più ampio il risultato ma di tanto in tanto sciupa davanti alla porta, firmando il terzo gol all’81’: Rooney riceve da Berbatov sui 20 metri e ridicolizza ancora Lancashire per entrare in area, con l’esterno cerca Gibson, il quale dopo aver sprecato molto stavolta non può sbagliare e realizza calciando di potenza lo 0-3 finale.

E’ allora una vera e propria passeggiata quella del Manchester United, che al quarto turno affronterà il Tottenham in un match sicuramente molto interessante che potrebbe anche caratterizzare la finale di Carling Cup, che in settimana manderà in scena le semifinali, con i Red Devils che mercoledì andranno a far visita al Derby County per il match di andata. Importantissimo il prossimo match di campionato, visto domenica prossima che ad Old Trafford ci sarà lo scontro diretto contro il Chelsea.

Si preannuncia un finale di stagione difficilissimo per il Southampton qualora dovesse restare Poortvliet in panchina, che probabilmente porterà i Saints nel baratro della retrocessione: sarà molto importante anche il match di sabato prossimo in casa del Barnsley.

Southampton (4-4-1-1): Davis 6,5 – James 4,5 Lancashire 2 Perry 3 Skacel 5,5 – Smith 4,5 (69’ Holmes 5) Gillett 5 (56’ Schneiderlin 4) Surman 4 Gobern 4 (56’ McLaggon 5) – McGoldrick 4,5 – Paterson 3

In panchina: Forecast, Wright-Phillips, Euell, Molyneux
Manager: Jan Poortvliet 1

Manchester United (4-4-2): Van der Sar sv – Neville 6,5 Vidic 6,5 Evans 5,5 O’Shea 6 – Nani 6,5 Carrick 8 (56’ Gibson 6) Anderson 6,5 Giggs 7 (56’ Possebon 6) – Berbatov 7,5 Welbeck 7 (63’ Rooney 6,5)

In panchina: Kuszczak, Park Ji-Sung, Rafael Da Silva, Fletcher
Manager: Alex Ferguson 7

Arbitro: Mike Riley 4

Gol: 20’ Welbeck, 48’ rigore Nani, 81’ Gibson
Ammoniti: Skacel, James (S), Evans, O’Shea (MU)
Espulso: 37’ Paterson (S)

A cura di:
Silvio Di Fede

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Classifica

Squadra
Giocate
Punti
1
Manchester United
21
47
2
Liverpool
21
46
3
Chelsea
22
45
4
Aston Villa
22
44
5
Arsenal
22
41
6
Everton
21
35
7
Wigan Athletic
22
31
8
Hull City
22
27
9
Fulham
19
26
10
West Ham United
21
26
11
Manchester City
21
25
12
Bolton Wanderers
22
23
13
Newcastle United
22
23
14
Sunderland
22
23
15
Portsmouth
20
23
16
Blackburn Rovers
21
21
17
Middlesbrough
22
21
18
Stoke City
22
21
19
West Bromwich Albion
22
21
20
Tottenham Hotspur
21
20

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Partita
Risultato
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